“Nel cuore di ognuno di noi, nonostante i nostri sbagli, c’è un fondo di bene che dobbiamo solo riportare alla luce. Accogliamo il Bambino che nasce per noi e ogni tristezza si cambierà in gioia e nuovi orizzonti di speranza si apriranno sulla nostra esistenza”. Lo ha detto il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, che ha voluto celebrare il Natale assieme ai detenuti della casa circondariale. Ha lanciato un messaggio di speranza e di gioia provando a fare breccia tra chi vivrà i giorni di Natale privo della libertà.
Il vescovo, accompagnato dal cappellano don Carmelo Mollica e dall’equipe dell’Ufficio di pastorale carceraria, ha celebrato la messa e augurato a tutti un sereno Natale. “Oggi – ha detto il vescovo durante l’omelia – è una grande gioia essere qui, la mia presenza vuole essere conforto, consolazione e sostegno: è una presenza che dovete sentire sempre ma soprattutto dovete sentire la presenza del Signore nella vostra vita. Il peso della lontananza e della solitudine – ha aggiunto – si fa sentire più forte in queste festività, ma continuare a cantare lode rimette le note al posto giusto perché l’armonia della nostra vita si faccia sentire anche in questo periodo di sofferenza”. E poi, facendo riferimento alla Pacem in Terris, ha invitato tutti a realizzare “la pace nel nostro cuore affinché possiamo generare bene a partire dalla dignità di ogni uomo. Se ciascuno di noi fa la sua ‘piccola’ parte, se c’è nel proprio cuore il bene e la bontà, anche se a volte si fa fatica a farla emergere, con la preghiera a Gesù bambino possiamo far rinascere in noi la pace, la consolazione e soprattutto la rinascita al bene. Tutto ciò può avvenire anche solo con un semplice sguardo, indirizzato verso il presepio, in particolare a Gesù Bambino: dallo sguardo di Gesù Bambino possiamo attingere la forza per rinascere e ritornare nella semplicità e genuinità dei bambini”.
Infine gli auguri: “Auguri a ciascuno di voi e alle vostre famiglie, vi auguro di essere sereni. Mettete il vostro cuore vicino al cuore di Gesù Bambino e vi ritroverete a rinascere a vita nuova e a cantare un canto di speranza e di lode”.