“Tutti gli alti e bassi della vita del Figlio, tutte le incomprensioni e le progressive diserzioni intorno a lui hanno avuto una profonda ripercussione nel suo cuore di madre”. Così il card. Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, si è soffermato sulla figura di Maria, nella seconda predica di Avvento rivolta alla Curia Romana e pronunciata in Aula Paolo VI, alla presenza di Papa Francesco. Il rinnovamento della mariologia attuatosi grazie al Concilio, ha ricordato il cardinale, “ha fatto scoprire una dimensione nuova della fede di Maria”, che come dice il Vaticano II “avanzò nella peregrinazione della fede”. Maria, in altre parole, “non ha creduto una volta per tutte ma ha camminato nella fede progredendo in essa”. Come annota Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater, “le parole di Elisabetta non si applicano solo nel particolare momento dell’Annunciazione: il Magnificat è il momento culminante della fede di Maria, ma è anche il punto di partenza da cui inizia il suo itinerario di fede”. Dopo l’Annunciazione, ha raccontato Cantalamessa, Maria “per fede presentò Gesù al tempio, per fede lo seguì rimanendo in disparte, per fede stette sotto la Croce, per fede attese la sua Risurrezione”. Sotto la Croce, in particolare, Maria “è impotente davanti al martirio del Figlio, ma acconsente nell’amore. È una replica del dramma di Abramo, ma quanto intensamente più esigente! Con Abramo Dio si è fermato, con lei no. Sotto la Croce consegna suo Figlio al Padre, nella sua fede incrollabile: credette sperando contro ogni speranza, e così diviene la madre di tutti i popoli”. “Maria credette e in lei quel che credette si avverò”, scrive Sant’Agostino, la cui autorità ha spinto i padri del Concilio a collocare il discorso su Maria all’interno del discorso sulla Chiesa, nella costituzione conciliare Lumen Gentium.