Gli atleti sono “ambasciatori di riscatto e di pace”, nella consapevolezza che “lo sport è una metafora della vita” e “la forma di cultura più popolare e diffusa”: di qui l’interesse di Papa Francesco e della Santa Sede per questa esperienza umana. Lo ha detto il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, nell’incontro con Bruno Mossa de Rezende, uno dei più forti giocatori della storia della pallavolo.
Il campione brasiliano ha partecipato stamani all’udienza di Papa Francesco al quale ha fatto dono della sua maglietta e del libro “Dal buio all’oro” (edizioni Rizzoli) nel quale racconta la caduta nella depressione e il percorso di rinascita attraverso il volley. Proprio dai contenuti del libro ha preso le mosse il dialogo tra il prefetto del Dicastero vaticano e il pallavolista che gioca a Modena nel campionato italiano. Bruno — campione olimpico e mondiale, portabandiera del Brasile ai Giochi di Tokyo e vincitore di tutti i titoli possibili nel suo sport — ha condiviso con il cardinale, con umiltà, il buio della depressione. “Toccato il fondo, non è scontato riuscire a risalire ma ce l’ho fatta perché ho accettato di farmi aiutare, iniziando a lavorare su me stesso”. Il libro non è infatti il racconto dei successi di uno degli sportivi più vincenti in assoluto, ma è un “manuale” — buono anche per chi non fa sport e utilissimo per i giovani atleti — per trovare la forza, anche nella fede cristiana, per ricominciare nella grande partita della vita.
All’incontro, nella sede del Dicastero per la cultura e l’educazione, hanno partecipato i giornalisti Gian Paolo Maini e Davide Romani che hanno aiutato Bruno nella stesura del libro, don Miguel Cardoso, officiale del Dicastero, e il presidente di Athletica Vaticana, Giampaolo Mattei.