“Le lacrimazioni avvennero, nel precario contesto del secondo dopoguerra, in una modesta casa di borgata dove dimorava l’umile famiglia di Angelo Iannuso e Antonina Giusto, in attesa del primo figlio. L’insieme di tali circostanze ricorda l’amore privilegiato del Signore, amante della vita, per i poveri e i bisognosi: la Chiesa sua Sposa non può che conformarsi a tale predilezione. Inoltre il fatto prodigioso, accaduto nell’intimità di una casa, invita a considerare la straordinaria bellezza del focolare domestico, centro di amore e di vita, e a sostenere la famiglia fondata sul matrimonio, ponendone in risalto il valore intrinseco di cellula fondamentale della società e della Chiesa”. Lo ha scritto Papa Francesco nella lettera inviata all’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, in occasione del 70° anniversario della lacrimazione della Madonna di Siracusa.
“Tra il 29 agosto e il 1° settembre 1953 dagli occhi della Vergine, raffigurata con il Cuore Immacolato nel quadro posto al capezzale di un letto matrimoniale, sgorgarono infatti lacrime umane”, ricorda il Santo Padre, sottolineando che “da allora la Chiesa siracusana ha custodito con premura e con devozione tali lacrime, che spesso raggiungono ammalati, anziani, sofferenti, comunità ecclesiali in varie parti del mondo, come segno della presenza vicina e accorata della Madre di Dio e nostra”. “Il pianto di Maria – osserva Francesco – mostra la sua compartecipazione all’amore compassionevole del Signore, che soffre per noi suoi figli; che ardentemente spera nella nostra conversione; che ci attende, quale Padre misericordioso, per perdonarci tutto e sempre”. “Per noi, tuttavia, si rinnova la domanda del Servo di Dio Papa Pio XII: ‘Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime?’ (Radiomessaggio, 14 ottobre 1954)”, prosegue il Papa, esprimendo “la mia vicinanza alla comunità diocesana” impegnata in un Anno Mariano per accogliere “il richiamo profetico” di quell’evento.
“Ma le lacrime della Madre – rileva Francesco – continuano a essere versate quando sono discriminati i più deboli e quando dilagano le violenze e le guerre, sconfitte che mietono vittime innocenti. Di fronte alle prove della vita e della storia, specialmente davanti ai preoccupanti scenari bellici odierni, non stanchiamoci di invocare l’intercessione di Maria, Regina della Pace e Madre della consolazione”. “La sua sollecitudine materna – l’esortazione del Papa – sproni i credenti a costruire e percorrere vie di pace e di perdono, e a farsi prossimi a chi è malato nel corpo e nello spirito, a chi è solo e abbandonato”.