Educazione: Università Cattolica, a Roma presentato Rapporto Unesco che chiede un nuovo contratto sociale

Tutta la comunità educante, non solo la scuola, è chiamata in campo per dare risposte all’emergenza educativa in riferimento alla crisi morale e sociale, alle esigenze della globalizzazione, a un rincorrersi di dinamismi sempre più veloci a causa del gigantesco sviluppo scientifico e tecnologico. È quanto emerso oggi pomeriggio durante la presentazione della versione italiana del Rapporto della Commissione sui futuri dell’educazione dell’Unesco “Re-immaginare i nostri futuri insieme: un nuovo contratto sociale per l’educazione”, evento è promosso dalla Cattedra Unesco dell’Università Cattolica in collaborazione con il Gruppo editoriale La Scuola.
Per rinnovare l’educazione – è stato sottolineato – è più che mai necessario promuovere un nuovo Contratto Sociale che permetta di riparare le ingiustizie del passato e di costruire futuri più equi e sostenibili. Secondo la Commissione internazionale che ha curato il Rapporto Unesco, un nuovo contratto sociale per l’educazione rappresenta l’invito a un’azione collettiva che coinvolga tutte le parti interessate all’istruzione – pubbliche, private e civili – con l’obiettivo di definire l’organizzazione e le finalità del sistema educativo al fine di re-immaginare i nostri futuri insieme.
“I Paesi più istruiti del mondo – ha osservato Sobhi Tawil, direttore della Divisione ‘Future of Learning and Innovation’ dell’Unesco – sono quelli che stanno accelerando di più cambiamento climatico. Ma se istruirsi significa vivere in modo insostenibile, allora dobbiamo ricalibrare le nostre nozioni di cosa l’istruzione dovrebbe fare e reimpostare le nostre interdipendenze”. “L’umanità si trova di fronte ad una difficile situazione e deve fare una scelta urgente di rottura o di svolta: continuare su un percorso insostenibile o radicalmente cambiare rotta”, ha proseguito, affermando che “dobbiamo riequilibrare il nostro rapporto fra di noi, con il pianeta e con la tecnologia. Conoscenza e apprendimento sono la base per il rinnovamento e la trasformazione. Ma serve un nuovo contratto sociale per l’educazione affinché questa riesca a ricostruire le nostre relazioni reciproche, con il pianeta e con la tecnologia. Il Rapporto ci insegna che dobbiamo agire con urgenza per cambiare rotta, perché il futuro dell’umanità dipende dal futuro del pianeta, ed entrambi sono a rischio”.
Un invito al dialogo raccolto dalla Cattedra Unesco “Education for Human Development and Solidarity among Peoples” dell’Università Cattolica, diretta dal Domenico Simeone che ha promosso la traduzione in italiano, realizzata dal Gruppo Editoriale La Scuola. Si tratta di un’occasione per rimediare alle ingiustizie del passato e trasformare il futuro ma è necessario “dare vita a un vero e proprio laboratorio creativo nel quale sviluppare le potenzialità trasformative dell’educazione e avviare processi di cambiamento”, sostiene Simeone.
Il convegno si è aperto con i saluti istituzionali di Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati, Paola Frassinetti, sottosegretario di Stato del ministero dell’Istruzione e del Merito, e Enrico Vicenti, segretario generale della Commissione nazionale italiana per l’Unesco. A partire dai contenuti del Rapporto Unesco è seguita una sessione di dibattito e riflessione con gli interventi di Carmela Palumbo, capo Dipartimento del Sistema educativo di istruzione e formazione del ministero dell’Istruzione e del Merito, Cristina Grieco, presidente Indire, Roberto Ricci, presidente Invalsi, e Patrizio Bianchi, portavoce della Rete delle Cattedre Unesco italiane. Le conclusioni sono state affidate a Massimiliano Fiorucci, rettore dell’Università degli Studi Roma Tre e coordinatore della Commissione “Formazione iniziale degli insegnanti” della Crui.

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