“Il crollo della parte centrale della diga del Gleno fu la conseguenza di gravi responsabilità nella progettazione e nella costruzione, di sconcertanti omissioni nelle autorizzazioni e nei controlli. Drammatiche lezioni di questa natura devono produrre maggiore lungimiranza e prudenza. Occorre che si affermi una visione di lungo periodo nella tutela delle persone nei territori, non condizionata da interessi contingenti o indegni opportunismi”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al sindaco del Comune di Azzone, Mirella Cotti Cometti, componente del Comitato “Disastro del Gleno 1923/2023”, in occasione del 100° anniversario dell’evento catastrofico.
“Sono trascorsi cento anni dal giorno del disastro della diga del Gleno che si squarciò la mattina del 1° dicembre 1923, dopo nefasti e purtroppo trascurati annunci”, ricorda il Capo dello Stato, aggiungendo che “milioni di metri cubi di acqua precipitarono sui paesi sottostanti, cancellando case, scuole, fabbriche, strade. Oltre 350 persone vennero travolte e uccise: molte di queste erano fanciulli. La morte, il dolore, la sofferenza impressero un segno indelebile sulle comunità e sulle valli”. “L’Italia intera – assicura il presidente – non dimentica, come non possono dimenticare le genti che hanno ricostruito dopo la catastrofe”. Nell’esprimere “apprezzamento e vicinanza ai Comuni di Angolo Terme, Azzone, Colere, Darfo Boario Terme, Schilpario e Vilminore di Scalve, promotori di iniziative che nella ricorrenza coinvolgono le loro comunità”, Mattarella sottolinea che “la memoria del disastro del Gleno contiene anche la solidarietà espressa alle comunità colpite e che sempre il nostro Paese ha manifestato con generosità e larga partecipazione di fronte alle difficoltà e ai bisogni in situazioni d’emergenza”. “È un tratto della nostra storia e della nostra cultura – conclude il Capo dello Stato – che interpreta il valore prezioso dell’unità”.