Donne e denaro: Banca Widiba e Università Cattolica, presentata ricerca su opportunità lavorative e stereotipi di genere per consulenti finanziarie

(Foto: Università Cattolica)

“Ancora molto si può fare per attrarre le donne verso questa professione che risulta essere un ambito di realizzazione professionale ed economica ancora poco sfruttato dal mondo femminile. Dall’analisi della situazione reale delle consulenti finanziarie si evince, infatti, come le donne traggano arricchimento da questa scelta professionale, sia in termini di autostima sia di benessere, anche economico, mentre i principali timori sono legati ad alcuni aspetti della professione, in particolare per quanto le incertezze legate all’instabilità e alla libera professione. Di fatto, queste paure sembrano del tutto immotivate perché, andando ad analizzare la reale condizione delle consulenti finanziarie, non sembrano affatto penalizzate da questa scelta professionale. Inoltre, il concreto supporto da parte delle banche gioca un ruolo fondamentale nell’attrarre nuovi talenti femminili”. Sono alcuni degli elementi emersi dal progetto di ricerca effettuato a livello nazionale nel corso del 2023 “Donne e denaro. La consulenza finanziaria: analisi e opportunità di una professione contemporanea oltre gli stereotipi di genere” i cui risultati sono stati presentati oggi a Milano. Obiettivo dell’analisi, portata avanti da Banca Widiba, la banca online del Gruppo Montepaschi, insieme al Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è stato “indagare le percezioni e le credenze legate alla figura professionale della consulente finanziaria, le condizioni lavorative di chi la svolge e, infine, di individuare alcune chiavi d’intervento per migliorare la percezione di questa professione da parte delle donne”. Una professione che, in Italia, conta solo il 22,3% di consulenti donne.
Dai risultati della ricerca è emerso “come occorra lavorare su una comunicazione e un’informazione più efficaci della professione di consulente finanziario/a. Un’azione necessaria, che dovrebbe concentrarsi soprattutto sui canali istituzionali, come quelli accademici, con cui le studentesse hanno maggiori opportunità di entrare in contatto”. Inoltre, “la fotografia scattata indica con chiarezza quanto sia fondamentale una comunicazione che metta in evidenza le opportunità di conciliare vita privata e lavoro offerte dalla professione e sottolinei la sicurezza associata al settore, soprattutto in termini di tutela dai rischi fornita da numerosi istituti bancari”. In tal modo, “si contrasterebbero le percezioni errate che scoraggiano le donne ad abbracciare la carriera e si promuoverebbe una partecipazione più equa e consapevole nel campo della consulenza finanziaria”.
“Meno paura e più autostima. È questo quello che abbiamo potuto osservare intervistando per la prima volta in Italia un ampio campione di professioniste avvicinatesi alla professione di consulente finanziaria. Di fatto per le donne in questa professione i timori legati alla gestione del tempo e dell’incertezza dell’attività autonoma sono all’atto pratico sovrastati da notevoli vantaggi in termini di autostima, autonomia, senso della vita e appartenenza – dichiara Claudia Manzi, ordinaria di Psicologia sociale all’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile scientifico del progetto –. Ma sono ancora tanti gli stereotipi di genere che tengono lontane le donne da questa professione. Occorre lavorare per una comunicazione più efficace perché avvicinare le professioniste alla consulenza finanziaria vuol dire anche facilitare le donne clienti a entrare in contatto con il mondo dagli investimenti finanziari”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia