“Il profumo di don Bosco deve continuare ad esserci in Sicilia, con nuovi metodi e modalità per garantire l’educazione dei giovani, specialmente i più bisognosi, nell’ottica di dare di più a chi ha avuto di meno con le migliori risorse umane che può offrire la Famiglia Salesiana”: è l’esortazione e la sfida lanciata da Valerio Martorana in apertura del convegno regionale della Famiglia Salesiana di Sicilia su “Sogni e strategie comuni per affrontare le nuove sfide in Sicilia”, che si è tenuto sabato 25 novembre presso l’Istituto Salesiano Gesù Adolescente di Palermo.
In apertura, si legge in una nota diffusa oggi, don Franco Di Natale, coordinatore della Famiglia Salesiana di Sicilia, ha invitato i presenti “ad avere lo sguardo rivolto ai giovani” e ha ricordato che “il tempo non è domani, né ieri ma è ora”.
Agostino Sella, presidente dell’Associazione Don Bosco 2000 di Piazza Armerina, che si occupa di accoglienza ed integrazione dei migranti, che lo scorso mese di settembre ha ricevuto la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di quello tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha osservato: “Oggi don Bosco è più attuale che mai, soprattutto nella lotta alle povertà; il suo esempio deve essere per noi un faro per capire che dobbiamo continuare ad essere con i giovani, gli ultimi e gli abbandonati”.
Per sr. Angela Maria Maccione, ispettrice Fma, “siamo chiamati, prima di tutto, a dare molta importanza all’ascolto, tra di noi, ciò ci consentirà di conoscerci, di crescere nella stima e nella fiducia. Credo poi che una delle sfide a cui insieme possiamo dare una risposta qualificata sia quella dell’educazione affettiva e sessuale. La complessità della società contemporanea esige una visione sistemica e integrale che ci richiede di lavorare sempre più e sempre meglio in sinergia per il presente dei giovani di oggi”.
“Organizzare la speranza – ha evidenziato don Giovanni D’Andrea, ispettore dei Salesiani di Don Bosco di Sicilia – è una frase del vescovo Tonino Bello citata da Papa Francesco per la Giornata mondiale della povertà 2021, ci guidi il nostro ‘pensare ed organizzare’ la nostra missione che può essere ‘Speranza’ per tanti giovani e adulti che incontriamo come Famiglia Salesiani di Sicilia ben sapendo che la speranza con la S maiuscola è Gesù Cristo e noi siamo inviati a testimoniarlo con la coerenza e credibilità della nostra vita che ha un colore particolare: la salesianità. Va rafforzata l’identità carismatica di ogni gruppo della Famiglia Salesiana, mi piace l’immagine della macedonia dove sono ben riconoscibili i frutti a differenza del frullato dove non si comprende bene cosa ci sia dentro. Il mio ‘sogno’ è quello di poter avviare nel 2025, anno giubilare, un’opera o attività pastorali animate e guidate da più gruppi della Famiglia Salesiana, scegliamo un ambito in cui lavorare, un luogo e poi realizziamo il sogno. Sarà il modo per organizzare la speranza è rendere ancora vivo e vivificante il carisma di Don Bosco in Sicilia”.