“La nostra fede cristiana è una fede incarnata e noi, come cristiani, siamo chiamati ad entrare dentro questa realtà perché questa realtà ci appartiene. Non possiamo inventarci una realtà diversa, non la possiamo fuggire, non possiamo creare e rifugiarci in degli angoli confortevoli che possono essere i nostri gruppi ristretti, le nostre appartenenze… Usciamo da quel circolo asfittico che Gesù ha sempre combattuto quando parlava del modo di interpretare la religiosità da parte di scribi e farisei: ‘noi’ dentro siamo perfetti, tutti gli altri all’esterno impuri”. La Chiesa che Papa Francesco delinea nell’ Evangelii Gaudium è “una comunità aperta, inclusiva, missionaria”. È uno dei passaggi dell’intervento di mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme, alla prima assemblea ecclesiale diocesana, svoltasi nell’auditorium appena inaugurato all’interno del complesso interparrocchiale S. Domenico.
“Qual è la qualità del nostro servizio nel mondo e nella storia? A cosa è legata la nostra testimonianza? La nostra testimonianza è legata al primato di Gesù Cristo – ha rimarcato Parisi – . Lo stile del discepolo nasce dalla fede e dalla libertà, da cui scaturisce il coraggio. La nostra presenza cristiana nel mondo e nella storia è necessaria per arginare la banalizzazione, per parlare al mondo non di angoscia ma di speranza, per recuperare l’umano: come cristiani siamo chiamati a vivere la nostra umanità pienamente in maniera conforme a come ha vissuto Gesù”. Alla vigilia dell’avvio della scuola dei ministeri, e a oltre un mese e mezzo dall’inizio del secondo anno della scuola biblica, con centinaia di presenze ad ogni appuntamento da tutti i comuni della diocesi, il presule ha sottolineato l’importanza della formazione “per prepararci a interpretare la storia e dare il nostro contributo costruttivo”.