Nicaragua: vescovi, “rafforzare i legami familiari, vivere tempo di speranza”. Da 8 mesi non si hanno notizie del vescovo Álvarez

Nel suo messaggio in vista dell’Avvento, diffuso ieri, la Conferenza episcopale del Nicaragua (Cen) invita i fedeli a “rafforzare i legami di unità familiare” e li ha incoraggiati a partecipare alle attività offerte dal tempo liturgico, ricordando che Dio “ci ha fatto il dono della vita” e che ogni famiglia assume la propria identità “imitando le virtù domestiche della Santa Famiglia di Nazareth”. Per questo motivo – proseguono i vescovi, che nel messaggio non fanno riferimenti espliciti alla situazione politica e sociale del Paese – le famiglie devono rafforzare i legami d’amore che uniscono i loro membri, come pellegrini di speranza alla presenza del Signore”. La Cen sottolinea che la famiglia, in quanto “chiesa domestica”, è la “prima scuola di evangelizzazione e il lievito dei valori morali, spirituali, umani ed ecologici”. “Vi incoraggiamo a sentirvi missionari di Gesù, il Figlio amato che ci ha portato la salvezza”, prosegue il messaggio, nel quale si esortano i cattolici “a partecipare e a sfruttare al massimo ciò che la Chiesa ci offre per vivere questo bel tempo di speranza: l’Eucaristia, la Corona dell’Avvento, la Novena del Bimbo Gesù, l’apposizione di fiori nelle case, la celebrazione della Novena della Madre ‘Purísima’, della Vergine di Guadalupe e altre espressioni di pietà popolare”. Una devozione che dovrà essere vissuta all’interno delle chiese e delle abitazioni, se permarrà, come è probabile, il divieto del Governo a promuovere processioni e cerimonie pubbliche. Tra i firmatari del messaggio non c’è, naturalmente, la firma di mons. Rolando Álvarez, condannato il 10 febbraio scorso dalla giustizia del regime a 26 anni di carcere. Di lui non si hanno notizie esattamente da otto mesi.

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