Violenza sulle donne: mons. Paglia, “urgente educazione a sentimenti, a emozioni e a capacità di gestirle, assecondarle o frenarle”

“È necessaria una profonda educazione ai sentimenti, alle emozioni e alla capacità di gestirle, assecondarle o frenarle. Il maschio violento è un uomo per cui il mondo e la vita coincidono con se stesso. E dobbiamo stare attenti: un mondo che non conosce limiti, ‘bordi’, confini, è pericoloso. E’ giusto perciò pensare ad una ‘scuola’ dei sentimenti che dovrà essere – mi si permetta un po’ d’audacia – una sorta di ‘teologia del limite’. Bisogna educare ed educarsi ad accettare il valore dei limiti nelle relazioni umane”.  Lo ha detto l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita (Pav), intervenendo questo pomeriggio al convegno “Un diritto negato”, promosso alla Camera dei deputati alla vigilia della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”.
“E’ urgente un nuovo impegno educativo – ha aggiunto il presule -. Se un giovane non viene educato e formato a guardare oltre ai muscoli delle proprie braccia, alla maggiore espansione del proprio scheletro, alla maggiore forza fisica con cui è dotato, può incepparsi su una domanda a cui non sa rispondere: perché e in che senso io sono più forte? È qua che si aprono, per la società, le famiglie, la scuola e la chiesa, praterie di lavoro e di impegno educativo: la vera forza è nel servizio”. Per mons. Paglia, l’antidoto più efficace alla violenza è “accompagnare verso il suo esatto opposto: aiutare per far crescere, imparare la misericordia del cuore, della mente e delle mani. Il contrario della cieca violenza che elimina ciò che non sa capire, che non vuole comprendere, che non parla e non ascolta, che non sa entrare in dialogo”. “Intravediamo hya concluso -, in questa vocazione ad una rinnovata virilità di servizio, l’estrema urgenza di coinvolgere tanti uomini, mariti, compagni, fidanzati dei nostri giorni perché con amore e delicatezza sostengano le donne, le famiglie e rappresentino il modello di buoni padri moderni, ottimi sposi”.

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