“Nei momenti di grandi crisi che viviamo dobbiamo pensare al mondo che verrà, occupandoci dell’oggi e con il cuore al domani”. Così padre Francesco Occhetta S.J., docente alla Pontificia Università Gregoriana e segretario generale della Fondazione Fratelli tutti, oggi a Roma al convegno promosso da Retinopera, dal titolo “I cattolici e la Costituzione partecipazione responsabile per il bene comune”. “La strumentalizzazione del popolo – ha spiegato – è un problema su cui la Costituzione accende una luce rossa. Oggi se vogliamo riaffermare la stessa scelta, dobbiamo spegnere subito le piccole fiammelle che possono devastare la foresta”. “Sotto la cenere – ha detto – abbiamo un grande patrimonio che dobbiamo saper trasmettere, anche al nostro interno, dove siamo troppo nostalgici di quello che è stato”. Quel che serve oggi, come spiega padre Francesco Occhetta, sono i luoghi di appartenenza, fra i quali le scuole dei partiti dove scommettere sul paradigma della fraternità, presente nella Costituzione anche grazie ai cattolici che la scrissero. “Negli archivi di Civiltà cattolica ho trovato dei documenti segreti del partito comunista che aveva dei piani d’attacco sia contro la Chiesa sia contro altre organizzazioni. Le fonti sono agghiaccianti, il mondo cattolico sapeva che il mondo comunista aveva queste posizioni ma scelse una posizione di fraternità. È stata un’operazione adulta molto forte”. Padre Occhetta ricorda come grazie alla Costituzione, i costituenti cattolici abbiano introdotto il concetto di persona: “l’individuo solo entra nella dimensione sociale e lì si costruisce e diventa persona. Nella vita sociale l’individuo cresce perché per stare con gli altri bisogna sapere che c’è un cammino comunitario. Oggi con la deframmentazione dell’io, tema dei populisti, siamo in ginocchio perché il populista vuole parlare direttamente con la persona. Quando questa cultura entra nella politica, dobbiamo capire come puntellare la struttura”. Oggi il “Samaritano – ha concluso – è colui che si ferma davanti al tu che ha un bisogno. Quindi l’azione del cristiano si traduce nel capire i bisogni dell’altro anche in politica”.