“Nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile Con i Bambini ha promosso 2 bandi rivolti alla prima infanzia: ‘Prima infanzia’ 2016 e ‘Comincio da zero’ 2020. ‘Comincio da zero, il bando che sostiene l’iniziativa ‘Il Buon Inizio’, si è proposto l’obiettivo di incrementare l’offerta di servizi educativi e di cura per la prima infanzia, con una speciale attenzione rivolta alla fascia 0-3 anni, in particolare nelle aree del Paese dove si riscontra una maggiore carenza di servizi educativi per i più piccoli”. Lo ha dichiarato Marisa Belluscio, delle Attività istituzionali dell’impresa sociale Con i Bambini, intervenendo a Locri alla presentazione dei risultati de “Il Buon Inizio. Crescere in una comunità educante che si prende cura”, progetto selezionato per l’appunto da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, coordinato da Save the Children. “Complessivamente, per gli interventi rivolti alla prima infanzia sono stati assegnati oltre 90 milioni di euro e avviate 115 iniziative progettuali (senza tenere conto di quelle finanziate, nello stesso ambito, attraverso altre linee erogative). Il ruolo dei servizi per la prima infanzia, che integrano la funzione educativa e formativa con quella di sostegno alla famiglia nella cura dei figli e nella conciliazione dei tempi di lavoro, è fondamentale. Investire sui servizi educativi per la prima infanzia significa intervenire in quella fase della vita in cui i divari sociali di partenza possono essere ridotti. Per ridurre la povertà educativa è pertanto necessario promuovere la diffusione dei servizi di qualità, soprattutto per i bambini che non abbiano ancora raggiunto i tre anni di età. Con i Bambini sostiene inoltre il percorso di costruzione della comunità educante della Locride sentendosi parte di una sfida comune per il territorio”, ha aggiunto Belluscio.
Frequentare i servizi educativi e di cura per la prima infanzia, si legge in una nota diffusa da Save the Children, “è fondamentale per contrastare la povertà educativa e interrompere la trasmissione intergenerazionale degli svantaggi, oltre che essere uno strumento di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, favorendo in particolare l’occupazione femminile”.