“Il Buon Inizio”, i cui risultati sono stati presentati oggi a Locri da Save the Children, è un progetto che ha coinvolto 3 regioni (Piemonte, Lazio e Calabria) e 5 territori (Moncalieri, Villa Adriana/Campolimpido, Locri e San Luca), in cui da oltre un anno si sta sperimentando un modello di intervento volto ad integrare gratuitamente l’offerta educativa di qualità per la fascia di età tra 0 e 6 anni e l’accesso ai servizi del territorio per le famiglie. Complessivamente “sono stati attivati 3 servizi educativi integrativi per la fascia 0-3 anni, 1 ludoteca con attività educative per i bambini e le bambine da 0 a 6 anni, 1 servizio ludico-ricreativo per quelli dai 3 ai6 anni ad integrazione di un servizio preesistente. Nei primi 12 mesi di progetto, sono stati coinvolti circa 627 bambini e bambine, che hanno avuto accesso a hub multifunzionali con attività educative gratuite e di qualità, in grado di accompagnare lo sviluppo psico-fisico, stimolandone le abilità sensoriali, motorie e cognitive, creatività e curiosità. Spazi che favoriscono l’inclusione di bambini e bambine in aree ad alta vulnerabilità socio-economica e con carenza di opportunità educative e servizi per minori e famiglie”.
Sono, inoltre, circa 467 i genitori coinvolti nelle attività e iniziative di progetto. Per i nuclei familiari sono stati attivati 6 spazi famiglia, in cui si offre sostegno alla genitorialità con sportelli sociali e di orientamento ai servizi territoriali, la partecipazione a iniziative e incontri tematici con specialisti multidisciplinari per favorire il rafforzamento delle competenze genitoriali e la conciliazione famiglia-lavoro. Sono stati organizzati, infine, incontri tematici su salute, benessere ed educazione, corsi per l’acquisizione di competenze specifiche per accrescere il livello di autonomia e di empowerment dei nuclei più vulnerabili.
“Il Buon Inizio”, spiega Save the Children, “lavora anche al rafforzamento della comunità educante e di cura dei diversi territori, con percorsi di formazione rivolti a educatori, insegnanti, operatori e assistenti sociali e tramite la costruzione di tavoli territoriali che si riuniscono periodicamente per sviluppare una strategia di intervento comune tra gli attori del settore sociale, sanitario ed educativo che permetta la creazione di una rete di supporto per i nuclei più vulnerabili favorendo il benessere di bambini e bambine e delle loro famiglie”. Il progetto ha, infatti, l’ambizione “di mettere a sistema la metodologia di intervento ad alto livello di integrazione territoriale per generare un modello esportabile e sostenibile anche in altri contesti regionali e nazionali”.