Tra sole e nuvole: un seme che cresce

La rilevazione raggiunge il 92% delle diocesi italiane e la totalità delle regioni ecclesiastiche, a conferma di una partecipazione competente viste le professionalità in gioco (prevalenti quelle psicologiche, educative e giuridiche) e capace di rilevare con obiettività le criticità ancora esistenti per una revisione in tempo reale del processo avviato. Una partecipazione sinodale di laici, sacerdoti e religiosi/e dimostratisi capaci di lavorare insieme (i laici nelle equipe sono 70.4%, nei centri di ascolto i laici ne sono i responsabili nel 76% dei casi) con una prevalenza dell’elemento femminile, soprattutto nei centri di ascolto dove le donne risultano responsabili nei due terzi dei casi

Foto Calvarese/SIR

La seconda rilevazione presentata in questi giorni ad Assisi offre non solo nuovi dati significativi sul piano della rilevazione statistica, ma apre a piste di potenziamento e revisione dell’azione promossa dalla Chiesa Italiana in questo ambito.

La rilevazione, è bene ricordarlo, si colloca dentro l’approccio globale propositivo e proattivo, inaugurato con le Linee Guida e consolidato con l’approvazione delle cinque vie di azione da parte dell’Assemblea generale dei vescovi del maggio 2022. Lo stesso Papa Francesco aveva proposto alla Pontificia Commissione la necessità e l’importanza di un rapporto annuale sulle attività di tutela portate avanti dalla Chiesa a livello mondiale (29 aprile 2022, udienza alla Pontificia Commissione tutela minori e adulti vulnerabili). Non si tratta quindi di un’indagine storica ma di uno strumento di trasparenza e rendicontazione sui passi avviati mediante l’adozione delle Linee Guida del 2019. Sono stati approntati tre strumenti di rilevazione per ciascuno dei tre punti chiave della rete territoriale: il servizio diocesano o interdiocesano, il servizio regionale, il centro di ascolto, ciascuno dei quali connesso agli altri ma anche capace di vivere una tale peculiarità di azione da contraddistinguerlo dagli altri due.

La continuità tra formazione e sensibilizzazione così come quella tra segnalazione e reazione, sono gli elementi che devono caratterizzare una buona politica di tutela per i minori e gli adulti vulnerabili. In particolare, la segnalazione risulta favorita laddove vi sia sensibilizzazione e trasparenza sulle procedure. In tal senso appare evidente la connessione tra la crescita esponenziale delle persone sia informate che formate a livello ecclesiale (7706 nel 2020 23188 nel 2022), dovuto sicuramente anche all’aumento del numero di incontri salito dai 272 del 2020 ai 901 del 2022. In crescita anche il numero delle richieste di contatto pervenute presso i centri di ascolto (48 nel 2021 374 nel 2022, mentre cambia radicalmente la natura del motivo del contatto che rispetto al passato, nel 2022, rivela una netta prevalenza di richiesta di informazioni. Riconoscendo che tale dato in futuro andrà certamente meglio indagato, per una sua migliore definizione, tuttavia segnala come il centro di ascolto rappresenti un punto importante sotto il profilo dell’accoglienza – magari rispetto a richieste concernenti altri ambienti oltre quelli ecclesiali –, dove dare inizio a un percorso di segnalazione o prevenzione che necessita tempi più dilatati di accompagnamento sia verso una eventuale denuncia sia nel trovare il modo migliore per mettere in sicurezza un eventuale contesto problematico. Un punto di crescita quindi, in termini di notorietà, del Centro di ascolto il cui numero passa dai 24 del 2021 ai 39 del 2022, ma anche di capillarità rispetto alla stessa adesione dei Centri alla rilevazione, a testimonianza della loro presenza sul territorio come luogo di ascolto e accoglienza (90 nel biennio 2020-2021, 108 nel 2022).

Guardano poi ai dati sui casi, sono 32 quelli segnalati come tali nel 2022. Essi si riferiscono in quasi egual misura al passato e al presente. Le presunte vittime sono prevalentemente pre-adolescenti e adolescenti, i presunti autori sono equamente distribuiti tra sacerdoti, religiosi e laici. Sarà necessario in futuro rafforzare gli accompagnamenti offerti sia alle vittime che ai contesti nei quali si sono verificati e, per quanto possibile, bisognerà rendere più trasparenti i passi successivi alla segnalazione.

Infine, da segnalare che, la partecipazione attiva di tutti i membri del popolo di Dio, risulta il dato trasversale ai tre punti della rete indagati, che altro non è che l’attuazione di ciò che Papa Francesco ritiene presupposto necessario per contrastare e prevenire il fenomeno degli abusi nella Chiesa.

La rilevazione del 2022, che raggiunge il 92% delle diocesi italiane e la totalità delle regioni ecclesiastiche, conferma questa partecipazione. Una partecipazione competente viste le professionalità in gioco (prevalenti quelle psicologiche, educative e giuridiche) capace di rilevare con obiettività le criticità ancora esistenti per una revisione in tempo reale del processo avviato.

Una partecipazione sinodale di laici, sacerdoti e religiosi/e dimostratisi capaci di lavorare insieme (i laici nelle equipe sono 70.4%, nei centri di ascolto i laici ne sono i responsabili nel 76% dei casi) con una prevalenza dell’elemento femminile, soprattutto nei centri di ascolto dove le donne risultano responsabili nei due terzi dei casi.

La seconda rilevazione sia quindi occasione per sostenere con cura quanto seminato e dissodare con decisione ciò che ancora ostacola una crescita feconda.

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