“Prima era il controllo dei poteri, oggi il problema è distinguere fra comunicazione e informazione”. A dirlo è Paola Springhetti, docente dell’Università pontificia salesiana, durante il convegno internazionale dedicato ai 60 anni del documento “Inter mirifica” sulla comunicazione sociale, presso lo stesso ateneo. La docente, a proposito della nostra epoca, parla del “disordine informativo” che contempla contemporanei processi top down e bottom up e provoca problemi, a cominciare dalle fake news all’eccesso di informazioni che non permettono di orientarci. “La disinformazione – ha spiegato – è un contenuto intenzionalmente falso e progettato per fare danni. Di solito la disinformazione è motivata da tre fattori: fare soldi, esercitare un’influenza politica e causare problemi. La disinformazione è spesso condivisa inconsapevolmente. In questo caso si verifica la ‘misinformazione’, una comunicazione falsa che parte dal basso e in buona fede”. “Andando sui social – ha aggiunto – crediamo di essere in contatto con il mondo, mentre siamo in contatto con le persone che fanno parte della nostra sfera. Ognuno di noi si costruisce le proprie bolle, sia nella vita reale sia nei social. Gli algoritmi inoltre costruiscono la bolla sulla base delle nostre scelte registrate nel web”. “Questi meccanismi – ha concluso Springhetti -, legati ai nuovi strumenti di comunicazione, non hanno sostituito i meccanismi dei vecchi strumenti, si sono semplicemente sommati. Accanto ai nuovi problemi quindi ci sono anche i vecchi. Dobbiamo affrontare il tema del disordine informativo ma anche i vecchi temi che non siamo riusciti negli scorsi anni a risolvere”.