“Il conflitto esploso all’improvviso ha trasformato in veri e propri cimiteri le case dei sudanesi un tempo pacifiche. Ora i combattimenti stanno aumentando di portata e brutalità, colpendo la popolazione del Sudan, e il mondo è scandalosamente silenzioso, nonostante continuino impunemente le violazioni del diritto internazionale umanitario”. Lo scrive in una dichiarazione l’Unhcr, che indica in quasi sei milioni le persone costrette ad abbandonare le proprie case; più di un milione sono fuggite verso i vicini e, spesso fragili, Paesi confinanti e alcune tra loro si sono già spostate. “Lontano dagli occhi del mondo e dai titoli dei giornali, il conflitto in Sudan continua a infuriare. In tutto il Paese si sta verificando una crisi umanitaria inimmaginabile, poiché sempre più persone sono sfollate a causa degli incessanti combattimenti”.
Da aprile, da quando è iniziato il conflitto, gli sfollati interni sono 4,5 milioni, mentre 1,2 milioni sono le persone fuggite nei Paesi vicini come Ciad, Egitto, Sud Sudan, Etiopia e Repubblica Centrafricana. La stragrande maggioranza dei rifugiati sono donne e bambini (in alcuni casi, come in Repubblica Centrafricana, quasi il 90%). I recenti combattimenti nella regione del Darfur hanno costretto sempre più persone alla fuga, con migliaia che faticano a trovare un riparo e molti dormono sotto gli alberi ai bordi delle strade. “Siamo molto preoccupati per il fatto che non abbiano accesso al cibo, a un riparo, all’acqua potabile o ad altri beni di prima necessità”. L’Unhcr considera la situazione sanitaria “disastrosa”. “Solo tra la metà di maggio e la metà di settembre, nello Stato del White Nile sono morti più di 1.200 bambini sotto i 5 anni, a causa di un’epidemia di morbillo combinata con gli alti livelli di malnutrizione. Nello Stato del White Nile, ogni settimana muoio almeno quattro bambini, a causa della mancanza di scorte, farmaci essenziali, e del personale”.