“I vaccini tornano a scuola” è il nome del progetto presentato ieri che punta a promuovere la cultura della prevenzione e a implementare strategie vaccinali nelle scuole al fine di innalzare le coperture nella popolazione dei bambini e degli adolescenti. Un progetto nato sulla scia di un’esperienza pilota della Asl di Taranto, dove in pochi anni i tassi di copertura vaccinale hanno raggiunto livelli, in alcuni casi, superiori del 50% al dato nazionale. Una dimostrazione chiara ed efficace del ruolo che gioca la scuola nei programmi di immunizzazione che si rilevano efficaci, grazie al corretto coinvolgimento di dirigenti scolastici, docenti, famiglie e studenti.
Il progetto, a cura di Michele Conversano, direttore del Dipartimento prevenzione dell’Asl Taranto e past president della Società italiana d’igiene, prevede un toolbox ovvero una vera e propria “cassetta degli attrezzi” (materiali come slidekit e brochure informative sulle malattie infettive, lettere al personale sanitario e scolastico, inviti alla vaccinazione) rivolta agli operatori sanitari che intendono mettere a punto efficaci campagne vaccinali nelle scuole con il coinvolgimento di insegnanti, studenti e genitori. Per Roberta Siliquini, presidente della Società italiana d’igiene (Siti), “la scuola è un soggetto fondamentale per la promozione della salute, perché è l’ambito in cui si formano le conoscenze, i valori e le abitudini dei futuri adulti. Portare i vaccini a scuola significa non solo proteggere i bambini e le loro famiglie ma anche contribuire a sensibilizzare maggiormente insegnanti e genitori a tematiche di salute e bene collettivo”. “Prima del Covid-19 – osserva Conversano – c’era chi riteneva degradante vaccinare fuori dagli ambulatori, mentre io lo ritenevo, invece, un accontentarsi di avere una copertura vaccinale bassa. Dopo il Covid, invece, abbiamo imparato a vaccinare in ogni condizione, anche a farlo nei palazzetti dello sport o anche per strada sotto una tenda, sdoganando la pratica della vaccinazione come qualcosa che prima era intesa come possibile solo all’interno dei nostri ambulatori”.