Stamattina, durante i funerali di don Davide Schiavon, il direttore della Caritas diocesana, mancato improvvisamente il 1° novembre, il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha poi voluto riportare un lungo passaggio di una riflessione di don Davide sull’incontro di Tommaso con il Risorto: “Essere vivi domani non è un diritto, è un miracolo. Rivedere il sole e i volti cari al mattino, non è né ovvio né dovuto, è un regalo. È importante allora che viviamo lo stupore per una Vita che sempre ci precede e ci supera. Tommaso ha fatto esperienza della sua fragilità a partire dalla debolezza del Crocifisso. Lo ha fatto però lasciandosi prendere per mano dal Risorto che gli ha aperto un’altra prospettiva. Il Risorto aiuta Tommaso e ciascuno di noi a cambiare sguardo, da una visione segnata dalla morte e dalla sofferenza ad una prospettiva illuminata dalla vita e dall’amore. La verità di una vita fragile, ma amata, traccia il sentiero di una libertà che non conosce e non conoscerà più confini. L’amore vero rende liberi (…). Amarci per quello che siamo e accogliere l’altro nella sua verità è uscire definitivamente dal terreno paludoso delle ambiguità e dei compromessi. Ciò ci rende profondamente liberi. La libertà non è fare quello che si vuole, ma è vivere quello che si è. Siamo chiamati a scoprire la nostra verità. Siamo creature fragili e ferite, eppure dinanzi a Dio abbiamo la dignità di un prodigio. Il nostro volto, la nostra storia è unica e ognuno ha qualcosa di meraviglioso da lasciare in eredità agli altri”.
“Per questo tuo sguardo, per il dono grande che sei stato, per tutta la tua vita: grazie, don Davide”, le parole conclusive del vescovo.
Al termine della celebrazione il passaggio della bara in mezzo a tutti i sacerdoti, che così hanno potuto dare l’ultimo saluto al loro confratello, prima della partenza del corte per San Donà di Piave, dove don Davide è stato sepolto.