“L’umiltà, non per essere ammirati dagli uomini, affinché la bellezza delle vostre voci sia come una luce che risplende davanti agli uomini perché diano gloria al Padre che sta nei cieli. (…) E poi la concretezza di chi non solo dice, ma fa, poiché non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli ma chi fa la volontà del Padre. Cari amici, vivete dunque ciò che cantate”. Così il card. Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, ha esortato gli oltre 850 cantori, i cento congressisti e quanti hanno partecipato alla messa conclusiva del XXIX Congresso di Musica sacra nel pomeriggio di ieri, domenica 5 novembre, nella cattedrale di Vicenza.
Oltre al segretario di Stato Vaticano, che ha presieduto la celebrazione, hanno concelebrato il card. Agostino Marchetto, neo porporato di origine vicentina, il vescovo diocesano, mons. Giuliano Brugnotto, il vescovo emerito di Chioggia, mons. Adriano Tessarollo, e il vescovo di Adria-Rovigo, mons. Pierantonio Pavanello, anche questi ultimi di origini vicentine.
In un altro passaggio dell’omelia, Parolin ha citato Papa Benedetto XVI che, nel discorso al termine del concerto eseguito dal Coro del Duomo di Ratisbona il 22 ottobre 2005, disse che il cantare “è quasi un volare, un sollevarsi verso Dio, un anticipare in qualche modo l’eternità quando potremo continuamente cantare le lodi di Dio”.
Al XXIX Congresso, nella giornata del 3 novembre, tra gli altri, sono intervenuti il card. Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e mons. Gianmarco Busca, vescovo di Mantova e presidente della Commissione episcopale per la Liturgia della Cei, oltre a mons. Brugnotto. Citando il prof. Juan Javier Flores Arcas, docente di liturgia, il vescovo di Vicenza nel saluto d’apertura dei lavori congressuali ha ricordato che “Papa Pio X parlava e scriveva della ‘partecipazione attiva ai sacrosancti misteri e alla preghiera pubblica e solenne della Chiesa’”. “E non vi è dubbio”, ha aggiunto mons. Brugnotto, “che la partecipazione dei fedeli è particolarmente significativa quando prendono parte alla celebrazione liturgica con il canto, il bel canto ascoltato, e il canto che coinvolge tutta l’assemblea. Esso è espressione della comunione che i misteri celebrati vanno creando all’interno del popolo di Dio”.
Tra i saluti giunti ai congressisti tramite mons. Cola, presidente attuale dell’Associazione, anche quelli di Papa Francesco e del card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei. Il Pontefice ha espresso “vivo apprezzamento per il significativo evento e incoraggia a proseguire con la diffusione del linguaggio universale della musica nell’attuale società”, mentre il card. Zuppi, dopo aver espresso ammirazione per il lavoro dell’Associazione, ha richiamato il nesso profondo tra bellezza e verità: “Una bella celebrazione è tale, perché è autentica e sincera esperienza di Cristo, è celebrazione di lui e non di noi stessi. Per questo è importante offrire ai fedeli una celebrazione che favorisca l’incontro con il Signore Gesù Cristo”.