Diocesi: Vicenza, vicinanza e solidarietà di mons. Brugnotto ai membri di “Noi che credevamo associazione medio-piccoli risparmiatori”

(Foto: diocesi di Vicenza)

“Sono sempre gli ultimi a pagare il prezzo più alto”. Lo ha affermato sabato pomeriggio il vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto, che presso il “Centro diocesano A. Onisto” ha accolto alcuni membri di “Noi che credevamo associazione medio-piccoli risparmiatori”, realtà che riunisce alcune persone vittime del fallimento delle banche venete. All’incontro era presente anche don Matteo Zorzanello, direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro. Il vescovo – viene spiegato in una nota della diocesi – ha avuto modo di ascoltare la triste vicenda di cui si occupa l’associazione: nata nel 2015 come gruppo spontaneo di volontari che hanno vissuto in prima persona il dramma del fallimento di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Centro del confronto – viene precisato – è stato il dramma di quanti coinvolti in questo grave scandalo economico-finanziario, non solo per l’entità economica delle cifre, ma soprattutto per il coinvolgimento di migliaia di cittadini che si erano fidati delle promesse di chi gestiva tali banche, investendo somme importanti, se non addirittura tutti i risparmi di una vita, che in breve tempo sono spariti nel nulla. Per molte vittime è stato un problema superare la vergogna di dover ammettere di essere stati truffati, così come di essersi fidati di consulenti che hanno approfittato e abusato della loro posizione di fiducia. Molte sono state le azioni promosse dall’associazione in questa sciagurata vicenda, giungendo ad un accordo governativo di utilizzo a favore delle vittime di un milione e mezzo di euro (il 10% di quanto sarebbe dovuto) proveniente dal Fondo di Indennizzo dei risparmiatori che il sistema bancario è tenuto ad accantonare. L’accordo, preso con le autorità competenti, divenuto legge, non è stato ancora pienamente realizzato perché una parte dei fondi di indennizzo sono bloccati e, se non vengono distribuiti entro la fine del 2023, i risparmiatori potrebbero non riceverli più.
Mons. Brugnotto ha espresso vicinanza alle molte persone coinvolte in questa grave vicenda, situazione che, come spesso accade, vede nei semplici cittadini, risparmiatori e anziani le vittime: questo crack bancario comporta notevoli conseguenze nella vita sociale che si sorregge sulla fiducia allargando il solco tra i cittadini e le istituzioni. Il vescovo ha ringraziato l’associazione perché si sta adoperando per far crescere la consapevolezza e la conoscenza di queste vicende anche chiedendo alle autorità competenti la giusta fermezza nell’individuazione dei responsabili che hanno messo in ginocchio numerose famiglie e aziende.
Brugnotto ha auspicato che la parte di indennizzo non ancora corrisposta possa al più presto essere interamente distribuita per ragioni di giustizia, rispettando gli accordi presi nei confronti di chi ha subito gravi danni economici e morali evitando che “oltre il danno” subisca anche “la beffa”.

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