Dal romanzo allo schermo, sguardi sulla società con storie di diritti, sofferenze e desideri di riscatto. Anzitutto su Apple TV+ la miniserie “Lezioni di chimica” (“Lessons in Chemistry”) firmata dallo showrunner Lee Eisenberg, dal bestseller di Bonnie Garmus: Stati Uniti anni ’50, Elizabeth Zott è una brillante chimica la cui carriera però viene frenata da un maschilismo invidioso e arrogante; la sua rivincita parte dal piccolo schermo, diventando una nota divulgatrice scientifica nel programma di cucina “Supper at Six”. Miniserie splendida per linea di racconto, temi in campo e confezione formale. Protagonista il Premio Oscar Brie Larson, mai così brava dai tempi di “Room” (2015). Tra i produttori l’attore Jason Bateman. Su Sky e Now al via la serie drammatica giocata tra thriller e dramma morale “Unwanted. Ostaggi del mare” diretta da Oliver Hirschbiegel e firmata da Stefano Bises. Prendendo le mosse dal romanzo inchiesta “Bilal” di Fabrizio Gatti, “Unwanted” affronta il tema dell’accoglienza migranti raccontando un salvataggio di 28 esuli africani da parte di una nave da crociera nel Mediterraneo. La convivenza a bordo riflette pregiudizi e sfide del nostro presente. Una coproduzione internazionale targata Sky Studios, Pantaleon Films e Indiana Production, con protagonisti Marco Bocci e Jessica Schwarz. Il punto Cnvf-Sir.
“Lezioni di chimica” (Apple TV+)
La miniserie “Lezioni di chimica” (“Lessons in Chemistry”), dal 13 ottobre su Apple TV+ con 8 episodi, è una riuscita istantanea dell’America di ieri, gli Stati Uniti degli anni ’50, tra sogni professionali e divisioni sociali, ma anche del nostro presente: una storia che ci parla della condizione di una donna, di molte donne, relegate ai margini della vita professionale o familiare semplicemente perché donne. All’origine c’è il romanzo d’esordio di Bonnie Garmus, un’opera che si concentra sul percorso di affermazione di una scienziata in un mondo, quello della ricerca, a trazione maschile. Un racconto che si fa manifesto per i diritti delle donne, ma anche per quelli della comunità afroamericana, sul tracciato di titoli come “Una giusta causa” (2018), “Il diritto di contare” (2016) o “The Help” (2011). Una riflessione che si apparenta a suggestioni contemporanee come “Barbie” di Greta Gerwig e “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi.
La storia. Stati Uniti anni ’50, Elizabeth Zott (Brie Larson) è una brillante chimica costretta al ruolo di tecnico di laboratorio solo perché donna, e pertanto non ritenuta idonea a guidare una propria linea di ricerca. Ben presto trova un alleato nell’astro in ascesa dell’istituto Calvin Evans (Lewis Pullman), scienziato che coglie subito il suo talento. La vita di Elizabeth sembra così procedere nella direzione giusta, finché il destino si mette di traverso e lei deve ripartire da zero. Allontanata dal laboratorio Elizabeth si dedicherà alla televisione, dove impartirà lezioni di cucina e, indirettamente, di scienza conducendo il programma “Supper at Six”. In breve tempo diventerà uno dei volti più popolari dell’etere, punto di riferimento per molte donne in cerca di riscatto…
Che bella sorpresa la miniserie Apple TV+ “Lezioni di chimica”! Un riuscito mix di forma e contenuto, tra magnifica e accurata messa in scena, con la ricostruzione puntuale dell’atmosfera statunitense anni ’50, e linea di racconto, con un copione ben calibrato e dinamico, mai dispersivo o ripetitivo. A firmare il progetto è lo showrunner Lee Eisenberg (“WeCrashed”, “Little America”), che valorizza al meglio il potenziale narrativo uscito dalla penna della Garmus. Punto di forza della serie sono di certo i personaggi, su tutti quello di Elizabeth Zott cesellato con cura e fascino dal Premio Oscar Brie Larson, che regala una performance magnifica, ritornando al meglio della sua espressività dai tempi di “Room” (2015). La Larson riesce a conferire un’ampia gamma di sfumature al personaggio di Elizabeth, alternando una apparente durezza di temperamento con lampi di delicatezza e profondità interiore, tratteggiando un ritratto di donna, di scienziata, determinata, combattiva, sognante e con una chiara linea etica. Una donna libera. Accanto al personaggio di Elizabeth Zott, riusciti e trascinanti anche i comprimari: il ricercatore Calvin Evans, interpretato con tenerezza ed efficacia da Lewis Pullman (“Top Gun: Maverick”); la vicina Harriet Sloane, avvocato in prima linea per i diritti, l’attrice Aja Naomi King (“Le regole del delitto perfetto”); e il reverendo Wakely, sagomato dal convincente Patrick Walker, con cui Calvin ed Elizabeth ingaggiano un interessante dialogo tra scienza e fede.
Nell’insieme “Lezioni di chimica” risulta una miniserie valida, acuta e convincente per la varietà dei temi in campo, dove le linee ricorrenti sono i diritti fondamentali, la parità di accesso professionale, la lotta alle discriminazioni, come pure il valore della scienza, della famiglia e della fede. Una serie dalla confezione ricercata ed elegante, dal ritmo narrativo brillante e serrato, esaltato da interpreti in parte e da musiche misurate, la bella colonna sonora di Carlos Rafael Rivera. “Lezioni di chimica” è consigliabile, problematica, per dibattiti.
“Unwanted. Ostaggi del mare” (Sky – Now)
Un ambizioso progetto internazionale, di cui Sky Studios è capofila con Pantaleon Films e Indiana Production: è “Unwanted. Ostaggi del mare”, serie che si confronta con il tema dei migranti provenienti dalle coste africane e l’accoglienza da parte dei Paesi europei. Tra sfumature thriller e dramma sociale, la serie si inserisce nell’acceso dibattito contemporaneo; a dirigerla il regista tedesco Oliver Hirschbiegel (“La caduta. Gli ultimi giorni di Hitler”), mentre a firmare la sceneggiatura è l’italiano Stefano Bises (“Esterno notte”, “The New Pope”). Alla base c’è il romanzo di inchiesta “Bilal” di Fabrizio Gatti
La storia. Mediterraneo, oggi. L’imponente nave da crociera Orizzonte è da poco partita, pronta a regalare un’esperienza indimenticabile ai suoi cinquemila passeggeri. Durante la traversata notturna il capitano Arrigo Benedetti Valentini (Marco Bocci) scorge un’imbarcazione di fortuna in fiamme. Dato l’allarme, fa soccorrere i dispersi in mare: 28 migranti africani. Una volta messi al sicuro e rifocillati, si apre la questione sulla scelta da compiere: farli sbarcare alla prima sosta utile, in Tunisia, oppure condurli in Italia? Interrogativi, paure e slanci di solidarietà si attivano a bordo anche tra croceristi ed esuli…
“Dare un volto a chi non ce l’ha”. Così ha sottolineato il regista Oliver Hirschbiegel, che ha aggiunto: l’obiettivo era “creare una serie che avrebbe portato il pubblico a cambiare il modo di vedere i migranti. In altre parole, cercare di rendere le persone più comunemente considerate ‘invisibili’ visibili, dando loro un volto, una voce e delle storie”. La serie “Unwanted” si muove su un terreno delicato e “scivoloso”, il tema dei migranti e la questione dell’accoglienza, più volte esplorati tra cinema e serie Tv. Ultimo in ordine tempo “Io Capitano” di Matteo Garrone, tra i vincitori di Venezia80 e ora in corsa per i prossimi Oscar. “Unwanted” prova a smarcarsi dal già visto con una proposta che si snoda tra thriller, dilemma morale, dramma sociale ed esistenziale di respiro corale, tra passeggeri, espressione della vita nel mondo occidentale polarizzata tra agiatezze e fragilità, e migranti, con un retroterra di sofferenze e sacrifici.
A giudicare dai primi episodi, le maglie del racconto risultano avvincenti e ben intricate, con un’efficace alternanza di piani temporali: il diario di bordo, con diversi punti di vista, i tanti flashback sulle biografie dei migranti, e le testimonianze raccolte nell’epilogo del viaggio. Il cast corrobora l’intensità del progetto; tra gli attori in primo piano si segnalano: Marco Bocci, Jessica Schwarz, Dada Bozela, Hassan Najib, Jonathan Berlin, Cecilia Dazzi, Francesco Acquaroli e Barbara Auer. La serie “Unwanted” ha un buon inizio, serrato e grintoso, fondendo avventura e realismo, thriller e dramma introspettivo, accostando il racconto di tensione a una stringente attualità. Complessa, problematica, per dibattiti.