“Coinvolgere tutti i battezzati”: è questo “il senso del percorso sinodale indetto dal Santo Padre”. Lo si legge nell’introduzione alla Relazione di sintesi della prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in cui sono stati raccolti “gli elementi principali emersi nel dialogo, nella preghiera e nel confronto che hanno caratterizzato questi giorni”. Tre le parti in cui è strutturato il testo, approvato a larghissima maggioranza in tutti i suoi paragrafi, cioè con la maggioranza qualificata dei due terzi. La prima parte delinea “Il volto della Chiesa sinodale”, presentando i principi teologici che illuminano e fondano la sinodalità. La seconda parte, intitolata “Tutti discepoli, tutti missionari”, tratta di tutti coloro che sono coinvolti nella vita e nella missione della Chiesa e delle loro relazioni. Nella terza parte, dal titolo “Tessere legami, costruire comunità”, la sinodalità appare principalmente come un insieme di processi e una rete di organismi che consentono lo scambio tra le Chiese e il dialogo con il mondo. In ciascuna delle tre parti, ogni capitolo raccoglie le convergenze, le questioni da affrontare e le proposte emerse dal dialogo.” Le convergenze – si legge nell’introduzione – identificano i punti fermi a cui la riflessione può guardare: sono come una mappa che consente di orientarci nel cammino e non smarrire la strada. Le questioni da affrontare raccolgono i punti su cui abbiamo riconosciuto che è necessario continuare l’approfondimento teologico, pastorale, canonico: sono come degli incroci sui quali occorre sostare, per capire meglio la direzione da prendere. Le proposte indicano invece possibili piste da percorrere: alcune sono suggerite, altre raccomandate, altre ancora richieste con più forza e determinazione”. Nei prossimi mesi le Conferenze Episcopali e le Strutture Gerarchiche delle Chiese Orientali Cattoliche, facendo da raccordo tra le Chiese locali e la Segreteria Generale del Sinodo, svolgeranno un ruolo importante per lo sviluppo della riflessione. A partire dalle convergenze raggiunte, sono chiamate a “concentrarsi sulle questioni e sulle proposte più rilevanti e più urgenti, favorendone l’approfondimento teologico e pastorale e indicando le implicazioni canonistiche”.