“L’importanza che ha lo sport nella società è uno degli aspetti che sottovalutiamo di più”. Lo ha detto Vittorio Rosati, dirigente del Centro nazionale sportivo Libertas, durante la conferenza di presentazione, stamattina nella sede del Coni, a Roma, della ricerca del “Barometro dell’odio nello Sport”, realizzata dal Centro Coder dell’Università di Torino. Nel campione analizzato, pari a 3 milioni e 400mila messaggi su Facebook e a oltre 29mila su Twitter, circa un milione di commenti sono stati classificati come hate speech e di questi circa 200mila contenevano almeno un riferimento alla discriminazione. La dimensione più frequente è rappresentata dall’aggressività verbale con una percentuale pari al 67,3%, seguita dal linguaggio volgare con il 22,1%. Mentre discriminazione e aggressività fisica registrano valori più bassi nel 2022 rispetto alla prima edizione dell’indagine del 2019, passando rispettivamente da 7% a 6,5% e da 6% a 4,1%. “Lo sport – rammenta Rosati – è uno dei cardini della società per la promozione e l’inclusione sociale. Non credo che esista un altro strumento che raggiunge in maniera trasversale come lo sport. Lo strumento però ha un potere anche politico. Quando riflettiamo su progetti di questo tipo dobbiamo ricordare che lo sport è un avamposto che ci dà indicatori su quale indicazione stiamo andando”. In questa ottica, “è importante – conclude – ricostruire quel contesto umano, come suggeriva Papa Francesco, assolutamente indispensabile”.