Papa Francesco: udienza, “non si può predicare il Vangelo in astratto, distillato, la fede va inculturata”

Foto Calvarese/SIR

“La fede va inculturata e la cultura va evangelizzata. Inculturazione della fede ed evangelizzazione della cultura, sempre!”. Con queste parole, pronunciate a braccio, il Papa – nella catechesi dell’udienza generale di oggi in piazza San Pietro – ha attualizzato la lezione dei santi Cirillo e Metodio, “gli apostoli degli slavi”, inviati come missionari, dalla Grecia dove erano nati nel IX secolo, nella Grande Moravia, “che all’epoca comprendeva vari popoli, già in parte evangelizzati, ma presso i quali sopravvivevano molti costumi e tradizioni pagani”. “Non si può predicare il Vangelo in astratto, distillato: il Vangelo va inculturato, è anche espressione della cultura”, il monito ancora fuori testo. Cirillo, ha spiegato Francesco, comprende che “per annunciare il Vangelo e per pregare ci voleva uno strumento proprio, adatto, specifico” ed inventa così l’alfabeto glagolitico, traducendo la Bibbia e i testi liturgici. “La gente sente che quella fede cristiana non è più straniera – si è ‘inculturizzata’ – ma diventa la loro fede, parlata nella lingua materna”, ha osservato il Papa: “Pensate: due monaci greci che danno un alfabeto agli slavi. È questa apertura di cuore che ha radicato il Vangelo tra di loro. Non avevano paura questi due, erano coraggiosi!”.

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