Nella chiesa latina di Gaza City sono rifugiate 500 persone e “ora temiamo anche per loro. Molti feriti che erano nel compound ortodosso ora sono venuti da noi perché non hanno un altro posto. Il rischio c’è perché sappiamo che la zona e il quartiere sono obiettivi militari. Gli avvertimenti sono arrivati”. Lo ha affermato il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
“La nostra comunità, che è informata di tutto – ha aggiunto il porporato – ha deciso di restare. Prima di tutto perché non sanno dove andare e poi perché dicono che nessun luogo nella Striscia di Gaza è al sicuro. Quindi preferiscono restare lì, pregano e confidano in Dio. È molto bello vedere come nonostante tutto riescano a mantenere una fede salda, che non è stata scossa neanche da queste bombe”.
Nell’intervista a Tv2000, il card. Pizzaballa non ha nascosto la grande commozione di fronte alla strage della chiesa ortodossa di San Porfirio a Gaza: “Viviamo un grande dolore. Il dolore di quelle famiglie, che sono già provate da tanto tempo, è enorme e noi siamo con loro. Difficile parlarne, noi preghiamo affinché questa situazione finisca quanto prima. Speriamo che torni la ragionevolezza in chi prende le decisioni. La guerra e le bombe non hanno mai risolto i problemi, anzi ne creano sempre di nuovi”. “Sono molto preoccupato – ha concluso il card. Pizzaballa – di questo enorme carico di odio che c’è ovunque. Siamo talmente pieni di dolore che non riusciamo a vedere il dolore degli altri e questo ci acceca”.