“Siamo testimoni di un paradosso: dietro questi muri abbiamo due milioni di persone che soffrono enormemente, non hanno acqua, cibo, medicine, carburante, sono sotto il fuoco, hanno bisogno di tutto per sopravvivere”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, António Guterres, oggi in visita al lato egiziano del valico di Rafah, lanciando un forte appello di fronte ai cancelli del valico per far circolare gli aiuti salvavita, mentre i camion degli aiuti sono in attesa al valico di Rafah da sabato. “Da questa parte – ha proseguito Guterres indicando il convoglio di aiuti – abbiamo visto tanti camion carichi di acqua, di cibo, di medicine – esattamente le stesse cose di cui c’è bisogno da questa parte del muro. Sono un’ancora di salvezza. Sono la differenza tra la vita e la morte per tante persone a Gaza”. “Ciò di cui abbiamo bisogno è di farli muovere, di farli passare dall’altra parte di questo muro, di farli muovere il più velocemente possibile e il più possibile”, il suo appello ha detto, aggiungendo che le Nazioni unite si stanno “impegnando attivamente con tutte le parti” in relazione alle condizioni stabilite per le consegne di aiuti transfrontalieri. “Abbiamo assolutamente bisogno che questi camion si muovano il più rapidamente possibile e nel numero necessario”, ha insistito. “Non stiamo cercando una vittoria. Vogliamo che i convogli siano autorizzati in numero significativo e che i camion vadano ogni giorno a Gaza per fornire sufficiente supporto alla popolazione”. È “assolutamente necessario risolvere questi problemi in tempi brevi”, ha dichiarato, ribadendo il suo appello per un cessate il fuoco umanitario. Ha inoltre ringraziato il governo egiziano e i partner umanitari per i loro sforzi. “È impossibile essere qui e non sentire il cuore spezzato”, ha concluso auspicando che “un giorno ci sarà la pace con la soluzione dei due Stati, con palestinesi e israeliani che vivono in pace”. Questa mattina, a Ginevra, il portavoce dell’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni unite (Ocha), Jens Laerke, ha dichiarato: “Siamo in trattative approfondite e avanzate con tutte le parti interessate per assicurarci che un’operazione di aiuti a Gaza inizi il più rapidamente possibile e con le giuste condizioni”.
Intanto aumenta il bilancio delle vittime. L’Ocha fa sapere che, secondo le autorità de facto dell’enclave, i morti nella Striscia di Gaza sono 3.785, tra cui almeno 1.524 bambini, mentre sono oltre 12mila i feriti. Si teme che “centinaia di altre vittime” siano intrappolate sotto le macerie, mentre continuano i “bombardamenti incessanti” sul territorio.