Pio X: mons. Moraglia (Venezia), un Papa “riformatore” perché “nella Chiesa l’autentica riforma nasce solo dalla santità vissuta”

“Al di là infatti di ogni considerazione teologica o sociopolitica-ecclesiastica, san Pio X fu un Papa che portò avanti moltissime riforme nella Chiesa e noi sappiamo che, nella Chiesa, l’autentica riforma nasce solo dalla santità vissuta”. Così il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, nell’omelia della messa solenne per la Città di Venezia, presieduta questa sera nella basilica della Madonna della Salute e concelebrata con il clero cittadino e con la partecipazione delle Scuole grandi, degli Ordini cavallereschi, delle Arciconfraternite e delle associazioni laicali in occasione della peregrinatio corporis di San Pio X.
“La santità – ha spiegato Moraglia – è anche garanzia e terreno di libertà; libertà dalle ideologie, dai pregiudizi, dalle lobby, dai meccanismi di potere, dai giudizi del mondo o dal voler piacere al mondo”, mentre “l’attaccamento al potere, ai potentati, alle lobby o ai luoghi comuni del politicamente corretto si manifesta e si verifica sempre nel linguaggio che diventa annacquato, che dice e non dice, che assume (anche a livello di teologia e di pastorale) il pensiero unico dominante. Pensiamo anche al cosiddetto ‘ecclesialese’, fatto di terminologie, espressioni e giri di parole, luoghi comuni, senza consistenza”. “Vivendo nella santità e nella libertà”, san Pio X fu davvero un Papa “riformatore”, ha proseguito il patriarca. Pur non avendo titoli accademici “seppe riformare la Curia Romana che, per taluni aspetti, risentiva ancora del potere temporale. Portò avanti la riforma del diritto nella Chiesa e iniziò un imponente lavoro che porterà il suo successore (Benedetto XV) a promulgare il Codice di diritto canonico. Intuì poi una nuova modalità di presenza dei laici nella Chiesa e nel mondo con un impegno” non ancora di tipo “politico” ma un impegno “in campo sociale e culturale, a difesa dei lavoratori e secondo una prospettiva di mutuo aiuto in vista del bene comune”. Fu un grande riformatore “anche nella liturgia, nella musica sacra e nella formazione dei sacerdoti2. A lui si deve, ha concluso Moraglia, “un importante modello di catechesi che ha plasmato intere generazioni e introdotto alla fede bambini, genitori e famiglie”.

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