“Bioetica e umanesimo integrale”. È il tema del seminario che, in occasione della Giornata mondiale di bioetica, è in corso questa mattina alla Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino.
Padre Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa, ha detto: “La cura della spiritualità è la grande assente quando si parla di umanesimo integrale. La spiritualità è ricerca di senso, libertà e bellezza; è ricerca del bene e del vero”. Oggi “i transumanisti non intendono porre argini a quello che la tecnoscienza e la nanotecnologia potrebbero realizzare sull’uomo perché, nella misura in cui esse si collocano dentro le leggi della fisica e della biologia, la natura rimarrebbe rispettata”, eppure “Nick Bostrom, tra i cento pensatori più influenti del pianeta e ideologo del transumanesimo condivide il dubbio di un materialismo sempre più accentuato che sottende ‘il progetto di un uomo di plastica, senza bontà, senza dolore, senza mistero'”.
Infatti “tecnicamente possibile” significa “eticamente lecito”? Si è passati “dall’antropologia ontologicamente fondata all’antropologia funzionalista”. L’affermazione “L’essere precede il come!” non è più un dato comunemente accolto!”.
Oggi “la sfida delle sfide” è “la povertà spirituale”. Padre Arice ha ricordato quanto detto da William C. Gaventa, direttore del Summer Institute on Theology and disability (Texas), nel 2006: “Spiritualità è dare risposta alle domande esistenziali perché è al centro di ciò che siamo”. Allora cos’è l’umanesimo integrale? “[H]omo ha la sua radice in [H]umus e ha a che fare con [H]umilitas. Sarà integrale se sarà un pensiero umile, avendo come punto di partenza la fragilità”. Infine, l’augurio di padre Arice agli studenti di Infermieristica presenti al Seminario: “Siate persone libere, ragionevoli e responsabili per un’epifania della bellezza dell’umano!”.