La missione di strada di Nuovi Orizzonti per le vie di Roma, abbracciando i giovani e le loro difficoltà nel segno dell’amore

Carceri, scuole, università, ospedali, ma anche strade e piazze, questi i luoghi di Roma dove i giovani missionari di “Vivi per qualcosa di grande”, dell’Associazione internazionale Nuovi Orizzonti, incontrano le persone per conoscerle e scoprire eventuali situazioni di disagio, dipendenze, emarginazione e abbandono, accompagnandoli in un cammino di riscatto. "Vogliamo portare avanti questa rivoluzione dell'amore", le parole di Chiara Amirante, fondatrice e presidente dell'associazione

Foto Calvarese/SIR

È iniziata il 14 ottobre e terminerà domenica 22 ottobre la missione di strada “Vivi per qualcosa di grande” dell’Associazione internazionale Nuovi Orizzonti, impegnata a Roma nell’incontrare le persone nei diversi ambienti della società per conoscerle e scoprire eventuali situazioni di disagio, dipendenze, emarginazione e abbandono, accompagnandoli in un cammino di riscatto. Sono oltre 400 i giovani impegnati, provenienti da tutta l’Italia ma anche dal Brasile e dalla Bosnia-Erzegovina, di cui una parte appartenenti ad altre 9 diverse associazioni e comunità. Carceri, scuole, università, ospedali, ma anche strade e piazze, questi i luoghi dove i giovani missionari stanno incontrando i loro coetanei ma anche persone più adulte, portando la loro esperienza come testimonianza e abbracciando le difficoltà di chi incontrano nel loro cammino. L’organizzazione di tutto si è stabilita nella parrocchia di San Giuseppe Cottolengo, nella zona Valle Aurelia di Roma, dove i partecipanti hanno mensa e dormitorio, e dove vengono coordinate le attività che prevedono esperienze all’esterno, ma anche formazione, preparazione per la missione e momenti di condivisione tra loro, dove chiunque può riportare la propria esperienza perché diventi ispirazione anche per gli altri.

“Siamo in tanti, in più di 700mila in tutto il mondo, a voler testimoniare che l’amore vince, che l’amore ha fatto miracoli, l’amore ha vinto la morte e noi siamo una testimonianza viva. Perché tanti di questi ragazzi vivevano nelle piovre della droga, della prostituzione, della schiavitù, della devianza e, grazie all’incontro, all’esperienza dell’amore di Dio, di Cristo risorto, oggi possiamo dire che siamo risorti anche noi”. Le parole di Chiara Amirante, fondatrice e presidente di Nuovi Orizzonti, intervenuta in piazza del Popolo a Roma per fare festa con tutti gli altri, accompagnando chi incontravano nella vicina basilica di Santa Maria in Montesanto (Chiesa “degli Artisti”) per un momento di raccoglimento e preghiera personale davanti al Santissimo. “Vogliamo vivere per qualcosa di grande, vogliamo lasciarci interpellare dalle grandi sfide che oggi il nostro mondo ci presenta con prepotenza. Abbiamo la certezza che ognuno di noi è una piccola goccia, ma quella goccia unita ad altre gocce può fare la differenza, può cambiare la storia e allora insieme a voi vogliamo portare avanti questa rivoluzione dell’amore”, la conclusione di Amirante alle quali fanno eco le parole di Valentina Cason, responsabile area evangelizzazione prevenzione e sensibilizzazione della comunità Nuovi Orizzonti, da 15 anni impegnata in questa esperienza che confessa di aver dato un senso alle parole felicità, pienezza, verità e autenticità, portandola ad incontrare i giovani ed ascoltarli, non per dare loro risposte ma per condividere la sua storia.

“Quello che vedo è che a volte, semplicemente davanti a un ‘come stai’ e nell’ascoltare le loro risposte, già in questo le persone si sentono accolte e amate e vedo che i cuori si aprono veramente. Le persone hanno sete, hanno bisogno di essere ascoltate, ma soprattutto i ragazzi hanno bisogno di essere amati, lì dove stanno e soprattutto nella loro verità, a volte nelle loro ferite, nella loro rabbia, nella loro ricerca, hanno bisogno di sentirsi amati e accolti lì dove sono”. Dichiara Cason che negli anni ha visto la società divenire sempre più liquida, con i ragazzi ancora più disorientati e confusi da una società senza confini e senza punti di riferimento, come ad esempio gli adulti, dove è difficile chiedere aiuto perché la debolezza è vista come un fattore negativo che sminuisce il valore della persona.

“Mi ha colpito un ragazzo tossicodipendente al quale quando ho chiesto cosa gli sarebbe servito in passato, forse per non avere un’esperienza così, mi ha detto: un padre che mi dicesse più no”,

le conclusioni di Valentina Cason.

“In seconda liceo ho avuto un tumore e, grazie all’aiuto dei miei genitori e di tante persone che mi sono state vicino e che mi hanno fatto sentire quanto Dio non mi aveva abbandonato nella mia malattia e mi era stato accanto, è nata la voglia di portare agli altri questo la mia esperienza dell’amore di Dio che non ti abbandona, neanche nel dolore”. Questa l’esperienza di Francesco, 21enne di Milano, dopo aver vissuto la sua missione in uno degli ospedali della capitale, “nella mia vita cerco la felicità e sto cercando di capire come realizzare i miei sogni, i miei talenti. Sono sicuro che Dio fa il tifo per me e questo amore che mi ha fatto rinascere, mi può aiutare a trovare la mia strada e a realizzare il mio sogno nel mondo e a trovare il mio posto nel mondo”.

Nuovi Orizzonti opera da 30 anni, durante i quali sono state create più di 1000 equipe di servizio impegnate in molte azioni di solidarietà in Italia e all’estero e un servizio costante in particolare nella diocesi di Roma, Sono stati creati oltre 200 centri e 6 Cittadelle Cielo in tutta Italia e all’estero, per accogliere e sostenere chi ne ha bisogno anche attraverso la “Spiritherapy”, che negli ultimi 3 anni ha raggiunto 40mila persone in più di 80 Paesi nel mondo. Tra i 700mila “Cavalieri della Luce” c’è anche Francesca, giovane universitaria siciliana che vive la sua esperienza nella cittadella di Belluno, “Mi ha cambiato completamente la vita, prima ero uno zombie che camminava e adesso vivo la mia vita con la pienezza, consapevole delle mie scelte e soprattutto con un cuore nuovo, un cuore capace di amare veramente e capace di essere quello che sono veramente, senza aver paura di giudizi, aspettative degli altri, ma essendo me stessa in ogni momento”.

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