“La Striscia di Gaza con i suoi 2,3 milioni di abitanti continua ad essere bombardata notte e giorno. Non esiste un posto sicuro dove stare o andare. Purtroppo. È urgente chiedere, implorare, intercedere perché si realizzi un cessate il fuoco”. È quanto chiede il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli, in una nota inviata al Sir, in cui fa il punto della situazione nella Striscia dopo l’attacco di ieri sera all’“Ospedale Cristiano di Gaza” definito “crimine atroce”. “Ovunque, ma soprattutto nei pochi rifugi che ci sono – si legge nel testo – i rumori dei bombardamenti, il confinamento, la mancanza di tutto, rendono difficile la vita quotidiana. Molti hanno perso i propri cari, ci sono migliaia di morti e migliaia e migliaia di feriti, molti hanno perso la casa, il lavoro, tutto”. Circa la comunità cristiana gazawa, il parroco – attualmente bloccato a Betlemme e in attesa di tornare nella Striscia – afferma che “sta bene. In Gesù, come amano ripetere. Continuiamo a pregare molto per loro e per tutti gli abitanti di Gaza, musulmani e cristiani – è l’esortazione del parroco – che in questi giorni vivono la vita di sfollati e rifugiati. Sia padre Iusuf Asaad, Vicario parrocchiale, sia le Suore Serve del Signore e della Vergine di Matará, María del Pilar Llerena e María del Socorro Llerena, nonché le Suore del Rosario di Gerusalemme e le Suore della Madre Teresa insieme a tutti i bambini disabili, come tutte le famiglie, stanno bene”. Dal parroco arrivano anche parole di speranza circa la “buona convivenza” tra cristiani e musulmani del quartiere. “Cristiani e musulmani convivono a Gaza. Le persone in tutta la Striscia di Gaza sono disperate e cercano il posto più sicuro. Tutto è sopraffatto. E molte persone vagano per le strade con i propri figli e pochissime cose sulle spalle in cerca di protezione. La guerra distrugge tutto. Preghiamo perché finisca”. “Sappiate comprendere – conclude – quanto critica sia l’intera situazione e vi preghiamo di continuare a pregare affinché il Signore faccia cessare questo calice di dolore in virtù della forza e della bontà della sua Passione salvifica”.