La Commissione europea presenta oggi, nel quadro di una serie di azione sul versante sicurezza e migrazioni, un piano d’azione per il Mediterraneo orientale, che propone misure operative mirate sulla gestione della migrazione lungo questa rotta, integrando i piani d’azione già presentati per le rotte dei Balcani occidentali, del Mediterraneo centrale, del Mediterraneo occidentale e dell’Atlantico. Il piano d’azione è presentato in vista del Consiglio Giustizia e affari interni di domani e del Consiglio europeo del 26-27 ottobre. Esso presenta 29 misure operative, strutturate in quattro settori principali.
Il primo settore è “prevenire le partenze irregolari, combattere il traffico di migranti e aprire percorsi di migrazione legale”. Tutto ciò mediante: una cooperazione rafforzata con i Paesi di origine e di transito in Asia, Africa e Turchia per contrastare il traffico di migranti; l’attuazione delle misure del pacchetto sugli operatori dei trasporti; la creazione di opportunità di migrazione legale, anche attraverso partenariati volti ad attirare talenti; un impegno costante a favore del reinsediamento dei rifugiati bisognosi di protezione internazionale; il rafforzamento della cooperazione tra Europol, Frontex ed Eurojust”.
Secondo ambito: “Potenziare una gestione efficace delle frontiere lungo la rotta del Mediterraneo orientale”, mediante il sostegno delle capacità di gestione delle frontiere lungo le frontiere orientali della Turchia; il rafforzamento del controllo delle frontiere; l’intensificazione della cooperazione regionale con i partner del vicinato meridionale; la promozione del rinnovo della cooperazione tra Frontex e la Turchia.
Terzo settore: “Rafforzare la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione con i Paesi di origine e di transito”. L’Ue intende continuare a dialogare con la Turchia “per promuovere la piena ed efficace attuazione della dichiarazione Ue-Turchia e dell’accordo di riammissione Ue-Turchia”; intensificare i rimpatri dall’Unione; coordinare le attività diplomatiche congiunte nei confronti dei Paesi terzi di origine e di transito, in particolare nell’Asia meridionale e in Africa.
Infine il quarto settore: “Garantire una gestione efficiente della migrazione, migliorare le procedure di asilo e sostenere una capacità di accoglienza sufficiente, “aiutando gli Stati membri a predisporre un’adeguata capacità di accoglienza per minori e adulti”, “garantendo la disponibilità di risorse nazionali sufficienti dedicate alla gestione della migrazione”, “accelerando l’attuazione delle ricollocazioni nell’ambito del meccanismo volontario di solidarietà”.
Tutte misure, queste, volte a una progressiva chiusura dei confini comunitari e che fino ad ora hanno dato risultati insufficienti o nulli.