“Ci tengo a dirti che ho una grande fiducia in voi giovani. Penso che abbiate delle potenzialità sconosciute a noi adulti. Guardo con ammirazione alla vostra sensibilità per la custodia della Terra, per la convivenza di popoli diversi, per l’accoglienza di ogni essere umano comunque egli sia… che andrebbe accolta con generosità e intelligenza. Ma vedo anche che la nostra società fa un’enorme fatica a farvi spazio, a concedervi di costruirvi un futuro vostro, a darvi quelle possibilità che sono state concesse alle generazioni precedenti. Si parla spesso di voi come di un problema, invece che come una risorsa. E, quando si pensa a voi in positivo, lo si fa solo in termini di profitto economico che si potrebbe trarre dalle nuove generazioni”. Lo ha scritto mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, in una lettera ai giovani dai 18 ai 30 anni, con cui li invita a partecipare alle catechesi “Vedere la Parola”.
“Soprattutto – rivela il presule – sono molto dispiaciuto del fatto che pochissimi sappiano offrirvi qualcosa per cui possiate sognare e guardare con fiducia al futuro. Sono ormai una rarità coloro che sanno dirvi per che cosa vale la pena di vivere”. “Per questo – annuncia mons. Repole – ho pensato di invitarti nella cattedrale di Torino, per incontrarti con una certa regolarità. Mi piacerebbe che in queste occasioni tu potessi riscoprire, senza pregiudizi, che cosa sia il cristianesimo e sperimentare che è qualcosa di bello e vitale, che può donarti pace e può cambiare radicalmente la tua vita. Ti invito con tutto il cuore, comunque tu sia. Non mi importa che tu frequenti già la parrocchia oppure non lo faccia; che tu appartenga a un movimento o no; che sia studente o lavoratore; che tu sia credente convinto oppure dubbioso…”. “L’unica cosa che ti chiedo – conclude l’arcivescovo – è un po’ di curiosità e un po’ di cordialità. La curiosità per chiederti che cosa sia la fede cristiana e come desiderano vivere i cristiani. La cordialità per fare un’esperienza di incontro gioioso con molti altri giovani come te”.