“La benedizione delle coppie omosessuali non è il tema del Sinodo”. A precisarlo, rispondendo alle domande dei giornalisti nel briefing odierno in Sala stampa vaticana, è stato Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede e presidente della Commissione per l’informazione. “Siamo tutti figli di Dio, la Chiesa è chiamata ad annunciare il Vangelo a tutti, e non soltanto a qualcuno”, ha proseguito Ruffini, spiegando che al Sinodo sulla sinodalità, in corso in Aula Paolo VI fino al 29 ottobre, “ci si sta interrogando sul modo in cui la Chiesa riscopre la comunione e riesce ad essere inclusiva: la sinodalità è il tema centrale”. “In molti tavoli del Sinodo le ferite individuali e collettive sono state ascoltate”, ha testimoniato suor Patricia Murray, segretaria esecutiva dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), interpellata a proposito delle persone Lgbtq: “C’è una profonda coscienza della sofferenza di queste persone”. “È una questione in molte parti del mondo”, le ha fatto eco padre Vimal Tirimanna, teologo dello Sri Lanka: “Al Sinodo tutti sono inclusi. La Chiesa si rivolge a tutte le persone che soffrono discriminazioni perché vittime, ad esempio, di ingiustizie economiche, come in Africa e in Asia, e non solo alle persone di diverso orientamento sessuale. Al Sinodo c’è lo sforzo di non escludere nessuno: la sfida è quella di creare una cultura di inclusione tramite l’esercizio concreto della sinodalità. L’inclusione è la questione che sta al di là di ogni questione”. Di un Sinodo “molto equilibrato, in cui sono presenti tutti i dolori del mondo e della Chiesa”, ha parlato mons. Zdenek Wasserbauer, vescovo ausiliare di Praga: “A me personalmente ha toccato il fatto che i rappresentanti di Asia e Africa abbiano parlato del colonialismo e del danno che ha provocato nei loro rispettivi Paesi”. “Ci unisce la consapevolezza che tutti siamo figli amati di Dio”, ha aggiunto Ruffini: “Vogliamo partire da questo, nella nostra testimonianza del Vangelo. Se ci sono ferite, ci riguarda nel cammino sinodale”. “C’è posto per tutti nella Chiesa, come ha detto il Papa a Lisbona”, ha sottolineato il vescovo ausiliare di Praga.