“Vogliamo sostenere lo sforzo dei nostri fratelli cristiani a poter esprimere prossimità, vicinanza e amore a coloro che sono provati da una grave sofferenza. La Chiesa, e con essa la Chiesa in Italia, è sempre dalla parte dell’uomo. Quindi, non può che intervenire per alleviare le sofferenze. Ma dobbiamo chiedere anche che l’amore per il prossimo diventi un amore politico, cioè capace di immaginare scenari futuri”. Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, in un’intervista al Sir sulla situazione dei cristiana a Gaza alla vigilia della Giornata di preghiera per la pace e la riconciliazione in Terra Santa: “Abbiamo una responsabilità di vicinanza, di prossimità all’uomo, di svelamento della verità e di continua esortazione al dialogo e alla riconciliazione”. Quanta alla possibilità di mediazione ad opera della Chiesa, il segretario generale della Cei conclude: “La Chiesa è pronta, lo ha ricordato il cardinale Parolin, ad esercitare la propria influenza morale, la propria autorevolezza verso i diversi agenti per tentare una mediazione e cercare il dialogo. Fa parte della nostra fede: l’incarico ad essere ‘beati’ e ‘operatori di pace’, ma per essere operatori di pace bisogna essere beati perché certi della presenza di Dio e desiderosi di stringere amicizie. L’autorevolezza che hanno la Santa Sede e la Chiesa in quegli ambienti e in quei luoghi si traducono nella disponibilità a qualsiasi tentativo di dialogo”.