Attacco a Israele: mons. Baturi (Cei), “inaccettabile e ingiustificabile”. “Apprensione” per allargamento del conflitto

Kfar Aza Kibbutz (Foto ANSA/SIR)

“Sono vittime civili cercate casa per casa con la volontà di fare del male. Quanto avvenuto è inaccettabile, non può essere in alcun modo scusato con qualche ‘se’ o qualche ‘ma’. Certo, bisogna comprendere il contesto ma ciò non può essere una giustificazione. Come hanno ricordato il Santo Padre e il cardinale Parolin: bisogna lavorare con convinzione a una pace ‘costruita sulla giustizia, sul dialogo e sul coraggio della fraternità'”. Così mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, parla in un’intervista al Sir dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Sul rischio dell’allagamento del conflitto con il coinvolgimento di altri Paesi arabi, mons. Baturi aggiunge: “La preoccupazione è grandissima perché vediamo all’opera le forze degli Stati. Piuttosto che mobilitarsi in funzione di una pace giusta, sembrano muoversi secondo logiche di schieramento e di potere. La memoria storica ci ricorda che i grandissimi drammi mondiali sono iniziati per lo spostamento di equilibri di cui all’inizio non si comprendeva la portata. L’apprensione è forte, tanto più che il tema della proporzionalità della reazione salta nella consapevolezza che siamo nell’era nucleare. Anche i discorsi circa l’uso della forza proporzionata devono tenere conto delle capacità distruttive delle armi moderne. Non può non preoccuparci constatare che la violenza ha bisogno di menzogna e dell’occultamento della verità”.

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