“L’Italia ebraica al completo si unisce nelle commemorazioni alla vigilia dell’indelebile 16 ottobre 1943, il sabato nero degli ebrei di Roma, quando alle 5.15 del mattino i camion con a bordo le SS naziste invasero il Portico d’Ottavia e strapparono 1.024 innocenti dalle loro case – uomini donne bambini e anziani – per condurli al campo di sterminio di Auschwitz”. Lo ricorda l’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) in un comunicato diffuso per le celebrazioni che si svolgeranno per l’80° anniversario del rastrellamento di Roma. “È stato il primo di una serie di deportazioni avvenute in tutte le Comunità ebraiche del Centro Nord”. Il 16 ottobre – scrive l’Ucei – è “una data che rappresenta una ferita per Roma e per l’Italia, e che genera responsabilità senza prescrizione”. “Le immagini di violenza e barbarie perpetrata nei confronti dei nostri fratelli in Israele, ci hanno tolto ogni respiro, e il dolore di questi giorni rafforza ancor più il monito ‘non dimenticare’”, si legge nella nota. “Questa è la coerenza che pretendiamo da chi intenda omaggiare con noi la memoria della Shoah. Coerenza che implica oggi saper riconoscere il carnefice e i crimini perpetrati: 80 anni fa come oggi. Atrocità infernali che la mente umana mai avrebbe potuto immaginare potersi compiere su questa terra. ‘Mai più’ è stato l’impegno che abbiamo preso con i sopravvissuti – nostri nonni e genitori – ai quali ci aggrappiamo ancor più, tutelando ogni giorno la loro dignità, la vita e la vitalità dell’intero popolo ebraico”.