“La Polonia divisa in due” titola il giornale “Gazeta Wyborcza” noto per le sue posizioni contrarie alle politiche del Pis (Diritto e giustizia, partito di Jarosław Kaczyński) e per il dichiarato sostegno all’opposizione che in Polonia viene intesa come europeismo. Infatti, secondo i primi risultati, una linea verticale al centro del Paese lo divide tra coloro che all’est hanno votato per il Pis, partito conservatore e nazionalista, e quelli che invece scelgono l’Occidente. “Gazeta” si chiede anche se a formare il nuovo governo potrebbe essere il capo della Coalizione civica (Ko) e già presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, considerandolo però un candidato troppo di spicco e quindi incapace di unire i vari partiti dello schieramento finora all’opposizione. Sul calo dei voti di Diritto e giustizia, nonostante rimanga il partito più votato dagli elettori, si interroga invece il quotidiano liberal democratico “Rzeczpospolita”, mettendo in dubbio la tenuta della seconda tra le coalizioni dello schieramento vincente e cioè la Terza via – un’alleanza del partito degli agricoltori (Psl) con il giovane schieramento guidato da un cattolico liberale, il 47enne Szymon Hołownia. La Terza via, secondo i risultati parziali, avrebbe ottenuto il 13,5% delle preferenze, di fatto portando alla vittoria l’alleanza con Ko (31%) e la sinistra (8,6%).
“Rzeczpospolita” si pone anche la domanda riguardante l’affluenza alle urne che con il 73% supererebbe ogni record passato, e – secondo il giornale – sarebbe la vera causa della sconfitta di Kaczyński. Il suo partito, infatti, non avrebbe convinto gli elettori, offrendo loro un programma poco innovativo. A votare quindi sarebbero andati in massa i polacchi scontenti del Pis, e che auspicano un cambiamento radicale della politica. Il tentativo del Pis di incutere nel Paese la paura dell’immigrato e quella di una non meglio precisata influenza della Germania, secondo Kaczynski, pronta a limitare la sovranità nazionale dei polacchi, non ha trovato molto ascolto. Ne è prova il risultato del referendum promosso dal Pis in contemporanea con le politiche, nel quale si chiedeva di esprimere un’opinione sulle politiche europee di ricollocazione di migranti, sul mantenimento del muro costruito lungo la frontiera con la Bielorussia, sull’aumento dell’età pensionabile nonché in merito a un’eventuale vendita agli stranieri delle componenti strategiche dell’economia polacca. Al referendum ha preso parte solo il 40% di elettori che quindi in maggioranza si sono rifiutati di esprimere il voto referendario. Il portale www.Onet.pl pubblica poi un’interessante intervista a Władysław Frasyniuk, già leader di Solidarnosc considerato uno degli eroi della lotta contro il regime sovietico, secondo il quale Kaczyński “non rinuncerà mai” al mandato a formare il nuovo governo qualora gli venisse conferito dal presidente polacco.