Il settore del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione gestisce ogni anno poco meno di 80 milioni di tonnellate di rifiuti, l’81% dei quali viene avviato a riciclo. Solo poco più della metà dei rifiuti riciclati oggi viene però effettivamente utilizzato, il resto è inutilizzato nei piazzali di molti impianti, ormai saturi. Se non si incentiva l’impiego di questi prodotti, anche nella realizzazione delle opere previste dal Pnrr, si rischia di bloccare l’intera filiera delle costruzioni.
L’allarme è stato lanciato nel corso dell’evento promosso oggi a Roma da Anpar (Associazione nazionale produttori di aggregati riciclati) che fa parte di Assoambiente, e da Nadeco (Associazione nazionale demolizione ed economia circolare per le costruzioni), dal titolo “Riciclo rifiuti inerti, traino dell’economia circolare”.
Il settore della gestione dei rifiuti inerti gestisce 78,7 milioni di tonnellate (dati Ispra), circa il 48% dei rifiuti speciali prodotti a livello nazionale e ad oggi ha superato gli obiettivi di riciclo dettati dall’Ue, attestandosi a quota 81% (rapporto rifiuti speciali Ispra 2023). Il problema quindi riguarda non il tasso di riciclo, ma il tasso di circolarità, ovvero l’effettivo impiego di questi materiali. La causa principale sta nella diffidenza ancora diffusa da parte delle stazioni appaltanti pubbliche. Proprio i lavori stradali, quelli ferroviari e quelli portuali e aereoportuali potrebbero costituire un’opportunità, in considerazione dei fondi previsti dal Pnrr per la realizzazione di opere, per l’utilizzo degli aggregati riciclati in sostituzione di beni primari, soprattutto per la realizzazione degli strati di fondazione e per i sottofondi o rilevati stradali.
“Oggi non è possibile parlare di sostenibilità delle opere – osserva Paolo Barberi, presidente Anpar – se nella progettazione e realizzazione si prescinde dall’uso prioritario degli aggregati riciclati”. Di qui la richiesta al Governo di “dettare linee guida destinate alle maggiori stazioni appaltanti pubbliche beneficiarie dei fondi del Pnrr (in particolare il Gruppo Ferrovie) che incentivino l’utilizzo di questi materiali attraverso l’adozione di nuovo capitolati di appalto”. “Il decreto – ha spiegato Vanna Gava, viceministro Ambiente e sicurezza energetica – giunge all’esito di una lunga fase di ascolto degli stakeholder e di monitoraggio delle criticità. Le nuove disposizioni allargano il campo di applicazione delle norme e semplificano gli adempimenti in capo agli operatori nell’ottica di un più ampio e migliore utilizzo dell’aggregato, sempre salvaguardando le esigenze ambientali e di tutela della salute”.