Minori: Ostellari, “giustizia riparativa è un bene e un interesse della intera comunità”

“Sperimentare la riparazione consente di operare un dialogo con i minori, autori di reato, utilizzando una prospettiva relazionale, fondata sul confronto/dialogo tra autore di reato e vittima. Vittima che (almeno sino agli anni ’90 del secolo scorso) stava diventando una figura sempre meno centrale nella giustizia minorile”. Lo ha scritto Andrea Ostellari, sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia, in un messaggio ai partecipanti alla presentazione, oggi a Roma, di un’indagine sulla giustizia riparativa, condotta dall’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), in collaborazione con il Ministero della Giustizia e l’Istituto degli innocenti.
In questo modo, ha sottolineato Ostellari, “arriviamo a considerare la commissione di un reato non tanto, o non solo, come violazione di un precetto, quanto piuttosto come rottura di un equilibrio sociale tra individui. E tra individui e società, dove lo Stato garantisce la possibilità che questo equilibrio si ristabilisca generando un’opportunità di crescita, attraverso l’incontro con la sofferenza della vittima. Qui, infatti, non si tratta di affliggere il reo (minore) per castigarlo, né di strumentalizzarlo per indurre altri all’osservanza. Tutte queste, infatti, sono azioni che ‘reificano’ il minore perché minano la sua dignità e lo rendono un oggetto per l’ordinamento”.
Il sottosegretario ha specificato: “Il fine riparativo della pena consente, al contrario, di istituire un confronto, di far emergere quali sono state le ragioni che hanno sorretto la condotta del reo. E queste non possono essere buone ragioni, perché sorreggono la condotta delittuosa del minore solo a condizione che lo stesso si sottragga al confronto, imponendo violentemente la propria volontà. Io credo, infatti, che riparare non implichi entrare nei valori personali del reo, anche se minore. Egli ha una dignità ed un orizzonte assiologico (valoriale). Tuttavia, ponendolo a confronto con l’offeso, l’ordinamento gli mostra che non li può perseguire con la violenza”.
“Io ritengo che la forza delle istituzioni – ha aggiunto – possa essere funzionale a creare le condizioni per rendere in primo luogo evidente ed importante la lesione della vittima (anche in riferimento al bullismo dove spesso i soggetti attivi non si rendono conto delle conseguenze della loro attività nella vita degli altri). Ma la forza delle istituzioni consente anche di creare un contesto dove il reato diviene fonte dell’obbligo di porre rimedio alle conseguenze dannose del proprio gesto, e nello stesso tempo consente anche un coinvolgimento attivo della vittima che può portare a soluzioni mediative e concordate”.
Ostellari, infine, ha ricordato le esperienze relative alla giustizia riparativa nelle scuole e ha espresso l’idea della necessità di un maggiore coinvolgimento degli enti del Terzo settore nei percorsi di giustizia riparativa.
“Credo che la giustizia riparativa minorile possa essere considerata un bene e un interesse della intera comunità. Non vi è dubbio che tutto questo possa essere considerato un vero e proprio cambio di paradigma”, ha concluso.

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