L’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha approvato una dichiarazione critica nei confronti del regime di Daniel Ortega, che probabilmente sarà l’ultima con il Nicaragua all’interno dell’organizzazione (dalla quale ha chiesto di uscire ancora due anni fa) e in ogni caso senza avere rappresentanti in sala. Il testo che mette in discussione le azioni della dittatura contro la Chiesa cattolica è stato approvato all’unanimità, cioè con il sostegno di tutti i Paesi, ma con una nota di precisazione dell’El Salvador e una nota critica della Bolivia, per la quale l’Osa non dovrebbe interferire negli affari interni di un Paese.
Nella risoluzione, i Paesi dell’Osa sottolineano che le misure del Governo nicaraguense sono “parte di un’azione sistematica, arbitraria e abusiva che ha colpito più di 20 istituti scolastici del Paese”. La risoluzione esprime inoltre “allarme” per le azioni repressive contro la Chiesa cattolica e ricorda che “uno spazio civico aperto, libero e plurale è una condizione essenziale per garantire alle persone la libertà di professare, manifestare e praticare la propria religione”. Il documento afferma che queste misure “violano i diritti umani e sono incoerenti con gli impegni e gli obblighi del Nicaragua stabiliti negli strumenti internazionali”, come la Dichiarazione americana dei diritti e dei doveri dell’uomo e la Convenzione americana dei diritti umani.
Tra i diritti violati ci sono “la libertà di pensiero e di espressione, la libertà di coscienza, di religione o di credo, la libertà di associazione, il diritto di riunione pacifica, la libertà accademica, il diritto all’istruzione e il diritto al lavoro”, si legge nella dichiarazione.