“La giustizia riparativa funziona”. Lo ha detto oggi l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, sulla scorta delle testimonianze raccolte nell’indagine nazionale che l’Autorità (Agia) ha condotto in collaborazione con il Ministero della Giustizia e l’Istituto degli innocenti e che è stata presentata stamattina a Roma, nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio. Il volume “La giustizia riparativa in ambito penale minorile. Indagine nazionale su effetti, programmi e servizi” (Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, 2023) è aperto da due introduzioni, una a firma dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti e una scritta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. La pubblicazione – che si può anche scaricare dal sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – è divisa in tre parti: gli effetti della giustizia riparativa, i programmi di giustizia riparativa in uso in Italia, una mappatura dei servizi di giustizia riparativa. Le conclusioni portano invece il titolo “Verso la costruzione di politiche pubbliche consapevoli”.
L’indagine ha esaminato il grado di diffusione e di inserimento nei procedimenti della giustizia riparativa in ambito minorile. Sono stati presi in considerazione i 36 enti, pubblici e privati, attivi in questo campo in Italia. Ne è emerso che “dei 782 programmi di giustizia riparativa portati a termine nel 2021 il 75,8% è costituito da mediazioni penali, seguono poi i ‘circle’ (17,4%) e le ‘conference’ (6,8%)”. Un altro aspetto che si ricava dall’indagine è che “si ricorre ai programmi di giustizia riparativa prevalentemente nei casi di messa alla prova”. Altra ipotesi ricorrente è “l’accesso allo strumento nel corso delle indagini preliminari o dell’udienza preliminare”. Meno frequente, infine, l’inserimento nella fase esecutiva della pena. Quanto all’accesso ai percorsi di giustizia riparativa da parte dei minorenni non imputabili, “questo avviene oggi in 13 distretti di corte d’appello (Torino, Milano, Brescia, Trento, Bolzano, Bologna, Sassari, Cagliari, Salerno, Lecce, Catanzaro, Reggio Calabria e Palermo)”.
Dei 36 centri oggetto dell’indagine “oltre il 70% appartiene a una cooperativa o a un soggetto del privato sociale”. Quelli istituiti dalla pubblica amministrazione sono composti per la quasi totalità da personale dell’ente e da mediatori penali privati in convenzione. Sono 15 i distretti di corte d’appello con due o più centri di giustizia riparativa minorile, mentre ne hanno uno soltanto 13 distretti (il dato di Campobasso non è stato rilevato). Nella maggioranza dei casi (77,8%) il servizio è disponibile per l’intero territorio di competenza del tribunale per i minorenni.