“Noi cristiani abbiamo paura della guerra ma abbiamo paura anche di ritorsioni da parte delle frange più estremiste islamiche ed ebraiche. Negli ultimi giorni abbiamo subìto diverse intimidazioni, offese e quindi abbiamo paura”. Lo afferma il direttore della Caritas di Gerusalemme, Anton Asfar, in un’intervista a Tv2000, sottolineando che “nessuno si avventura ad uscire di casa da solo. Questi fanatici sono armati, girano armati per Gerusalemme”.
“La gente a Gaza – racconta Asfar – ha molta paura. Dalle informazioni che abbiamo il cibo scarseggia, l’acqua inizia ad essere sempre meno. Internet e i telefoni funzionano a singhiozzo. Spesso i nostri colleghi di Gaza sono irraggiungibili per ore. Non è consentito far entrare a Gaza aiuti umanitari, neppure acqua e cibo”.
“In questo momento – sottolinea Asfar – ci sono circa 100 operatori umanitari di Caritas che si trovano a Gaza, molti di loro sono sfollati in diverse aree della Striscia di Gaza. Alcuni familiari dello staff di Caritas sono rimasti uccisi, le loro case distrutte a causa dei bombardamenti”.
“Da sabato mattina, Caritas Gerusalemme – denuncia il direttore – ha dovuto sospendere tutte le sue attività, anche quelle sanitarie che sono quelle indispensabili. Le condizioni di sicurezza non ce lo consentono, è troppo pericoloso”.
“La libertà di circolazione in tutta la Palestina – prosegue Asfar – è stata fortemente ridotta dall’esercito israeliano, non si può né entrare e né uscire dai territori occupati. Solo per farvi un esempio, Betlemme è totalmente isolata. Io vivo a Gerusalemme ma i miei bambini vanno a scuola a Betlemme che dista circa 9 km. Quando hanno chiuso le frontiere, sabato, non sapevamo come riprendere i nostri figli. Io e mia moglie eravamo disperati. Ci siamo riusciti soltanto domenica sera perché mia moglie di nascosto, in modo illegale, a piedi è riuscita ad entrare a Betlemme per portare a casa i nostri bambini di 10 e 12 anni”.
“Temiamo che sarà una guerra lunga – conclude Asfar, parlando a Tv2000 – non credo che si risolverà nell’arco di pochi giorni. Anche qui a Gerusalemme sentiamo le esplosioni, le sirene suonano di continuo, la città è vuota c’è poca gente in giro”.