Sette europei su dieci ritengono che le tendenze demografiche in atto mettano a rischio la prosperità economica e la competitività a lungo termine dell’Unione. Tra le sfide demografiche più urgenti sono considerati l’invecchiamento della popolazione (42%) e la contrazione della popolazione in età lavorativa con l’associata carenza di manodopera (40%). È quanto dice l’indagine Eurobarometro sulla demografia pubblicata oggi dalla Commissione europea. In ambito demografico preoccupano i cittadini la migrazione e l’integrazione (34%), lo spopolamento e la fuga dei cervelli (26%) e il calo del tasso di fertilità (21%). I dati mostrano che l’Europa è un continente che invecchia: entro il 2100 la popolazione in età lavorativa nell’Ue diminuirà di 57,4 milioni con conseguenze negative sulla competitività, sull’ulteriore aggravio della carenza di manodopera e sull’aumento della pressione sui bilanci pubblici. Ciò potrebbe ostacolare anche gli sforzi verso la transizione verde e digitale, mentre lo spopolamento potrebbe minare la coesione sociale. Secondo un cittadino europeo su due (51%) la gestione del cambiamento demografico dovrebbe rimanere una priorità politica congiunta di Ue e Stati membri. Solo il 17% non considera il cambiamento demografico una priorità politica. Rispetto alle soluzioni politiche per affrontare l’invecchiamento della popolazione, i cittadini intervistati hanno indicato la garanzia di pensioni adeguate accessibili per le generazioni future (49%), servizi sanitari di alta qualità e convenienti (49%).