Santa Giuseppina Bakhita “è stata capace di perdonare sempre: anzi, la sua vita è diventata una parabola esistenziale del perdono”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla santa sudanese. “Perdonare perché noi saremo perdonati”, ha proseguito a braccio: “Non dimenticare questo: il perdono, che è la carezza di Dio a tutti noi. Il perdono l’ha resa libera. Il perdono prima ricevuto attraverso l’amore misericordioso di Dio, e poi il perdono dato l’ha resa una donna libera, gioiosa, capace di amare”. “Bakhita ha potuto vivere il servizio non come una schiavitù, ma come espressione del dono libero di sé”, ha osservato Francesco: “Questo è molto importante: fatta serva forzatamente, è stata venduta come schiava, ha poi scelto liberamente di farsi serva, di portare sulle sue spalle i fardelli degli altri”. “Santa Giuseppina Bakhita, con il suo esempio, ci indica la via per essere finalmente liberi dalle nostre schiavitù e paure”, ha affermato il Papa: “Ci aiuta a smascherare le nostre ipocrisie e i nostri egoismi, a superare risentimenti e conflittualità. Ci incoraggia a riconciliarci con noi stessi e trovare pace nelle nostre famiglie e comunità. E ci incoraggia sempre”. “Il perdono non toglie nulla ma aggiunge dignità alla persona, fa levare lo sguardo da se stessi verso gli altri, per vederli sì fragili quanto noi, ma sempre fratelli e sorelle nel Signore”, ha concluso Francesco: “Il perdono è sorgente di uno zelo che si fa misericordia e chiama a una santità umile e gioiosa, come quella di Santa Bakhita”.