Sinodo: card. Béchara Boutros Rai, guarire le “ferite causate dagli abusi, sessuali, economici, istituzionali, di potere, di coscienza”

(Foto Vatican Media/SIR)

“La messe è molta ma gli operai sono pochi”. È partito da questa frase evangelica il card. Béchara Boutros Rai, patriarca di Antiochia dei maroniti e capo del Sinodo della Chiesa maronita, nell’omelia della messa in rito bizantino presieduta da Sua Beatitudine Youssef Absi, patriarca di Antiochia dei greco-melkiti e capo del Sinodo della Chiesa greco-melkita cattolica, nella basilica di San Pietro, all’apertura della sesta giornata del Sinodo sulla sinodalità. Sulla scorta dell’Instrumentum laboris, il card. Rai ha descritto accuratamente la “messe” che interpella i 464 partecipanti all’assise ecclesiale, in corso in Aula Paolo VI fino al 29 ottobre: “La costruzione di una pace giusta, dove le guerre insanguinano il nostro pianeta; la cura della nostra casa comune di fronte ai cambiamenti climatici; la lotta contro un sistema economico che produce sfruttamento, disuguaglianze e scarto; l’assistenza a coloro che subiscono la persecuzione fino al martirio; la guarigione delle ferite causate dagli abusi, sessuali, economici, istituzionali, di potere, di coscienza; la promozione della dignità umana comune derivante dal battesimo che ci rende figli e figlie di Dio; l’approfondimento delle relazioni fraterne con le Chiese e le altre comunità ecclesiali; la pratica della cultura dell’incontro e del dialogo con i credenti di altre religioni; la carità preferenziale ai poveri, agli emarginati, alle persone con disabilità; la promozione pastorale adeguata ai divorziati risposati; le persone in matrimonio poligamico; mettere i giovani al centro delle strategie pastorali; valorizzare l’apporto delle persone anziane alla vita della comunità cristiana e della società”. Altrettanto dettagliato l’elenco degli operai: “Gli inviati da Cristo e guidati dallo Spirito Santo, protagonista della missione affidata alla Chiesa e quindi di tutto percorso sinodale”. “In un’assemblea sinodale – si legge nell’Instrumentum laboris – Cristo si rende presente e agisce, trasforma la storia e le vicende quotidiane, dona allo Spirito di trovare un consenso su come camminare insieme verso il Regno per aiutare l’umanità a procedere nella direzione dell’unità”. “Vescovi, presbiteri, diaconi, consacrati e consacrate, laici battezzati: tutti hanno bisogno di essere formati al modo di procedere sinodale”, ha esclamato il cardinale: “La formazione a una vita di comunione, missione e partecipazione e alla spiritualità sinodale, che è al cuore del rinnovamento della Chiesa”, tenendo conto “della situazione del mondo oggi e delle condizioni dei popoli, tra i quali i poveri, gli smarriti, i perseguitati, gli scartati, i delusi, i rifugiati, le vittime innocenti delle guerre, gli sperduti senza tetto, i feriti nella loro dignità umana”. “Tutti destano la compassione di Cristo, il quale ci ha eletti uno a uno, una a una, per plasmare queste ferite e lottare per mondo migliore, onde abitare nostra casa comune in pace e tranquillità”, ha concluso il patriarca.

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