“Quello della salute mentale è un tema strategico su cui stiamo lavorando a differenti livelli da anni”. Lo dichiara Roberta Ghidoni, direttrice scientifica dell’Irccs Centro S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, che si celebra domani, 10 ottobre. Per quanto concerne le malattie mentali, dai dati raccolti nell’ambito del Global Burden of Disease (Gbd) Study, evidenzia, “è possibile vedere come dal 1999 al 2019 i disturbi mentali mantengano un primato poco invidiabile piazzandosi costantemente al secondo posto (secondi solo ai disturbi muscoloscheletrici) tra le varie classi di patologie in termine di carico di malattia (burden of disease) misurato dagli ‘anni di vissuti con disabilità’ (YLDs)”. Per la ricorrenza, il 13 ottobre l’Irccs Fatebenefratelli di Brescia organizza un evento che spiega come si trasportano i risultati della ricerca scientifica nella cura dei malati. L’evento è intitolato “Il ruolo dell’Irccs nella rete dei servizi per la salute mentale: programmi innovativi per il cittadino”. Solo la traslazionalità – come si usa dire in ambito scientifico – realizza davvero il tema scelto dalla World Federation of Mental Health per l’edizione 2023, che è “La salute mentale è un diritto universale”.
Ghidoni ricorda che l’Irccs di Brescia, grazie all’expertise e agli investimenti fatti, “partecipa all’Italian Network of Excellence for advanced diagnosis (Innova), finanziato dal Pnrr” e che “deve creare una piattaforma per diffondere la diagnostica avanzata standardizzata nelle tecnologie di laboratorio e di bioimaging”. Le questioni affrontate dai progetti Pnrr dell’Irccs riguardano “la sindrome metabolica in persone trattate con farmaci antipsicotici e la relazione con i fattori di rischio genetici comportamentali e ambientali”; “la relazione tra infiammazione e depressione, al fine di dissezionare i meccanismi patogenetici associati alla depressione, alle sue comorbidità e alla risposta al trattamento”; “l’identificazione di fattori genetici ed epigenetici associati alla modulazione dell’età di insorgenza nelle forme genetiche di Alzheimer e demenza frontotemporale”.