Consiglio europeo: Dichiarazione di Granada. Orientamenti politici e propositi per il futuro. Migrazioni, nessuna convergenza

(Foto Consiglio europeo)

“Noi, i leader dell’Unione europea, ci siamo riuniti a Granada per segnare l’inizio del processo volto a definire gli orientamenti politici generali e le priorità dell’Unione per gli anni a venire”. Comincia così la “Dichiarazione di Granada”, definita dai Ventisette a margine della terza riunione della Comunità politica europea. “Ribadiamo la promessa originaria del progetto europeo di garantire pace, stabilità e prosperità ai nostri cittadini, guidati dai nostri valori e principi, dai diritti fondamentali, dalla democrazia e dallo Stato di diritto”. “La pandemia e la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina hanno messo alla prova la nostra resilienza, evidenziando la necessità che l’Unione rafforzi la propria sovranità e portandoci a prendere decisioni importanti per proteggere il nostro popolo e le nostre economie”. “Dopo il nostro incontro a Versailles abbiamo agito con decisione. Minacciati di ricatto energetico, abbiamo ridotto notevolmente le nostre dipendenze e diversificato le nostre fonti”, vi si legge. “Determinati ad assumerci maggiori responsabilità per la nostra sicurezza e difesa e ad assistere l’Ucraina, abbiamo rafforzato le capacità dell’Europa.

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Continueremo a sostenere l’Ucraina e il suo popolo per tutto il tempo necessario”.
“Ma – sottolineano i capi di Stato e di governo Ue, in questi giorni divisi sulla risposta al fenomeno migratorio – occorre fare di più. Oggi a Granada abbiamo discusso delle priorità chiave e delle azioni necessarie per un’Europa forte, dinamica, competitiva e coesa in un mondo che cambia”. “Basandoci sulla bussola strategica per la sicurezza e la difesa, rafforzeremo la nostra preparazione alla difesa sviluppando la nostra base tecnologica e industriale”.
Si parla poi di “competitività globale a lungo termine” e di “garantire una crescita sostenibile e inclusiva e una leadership globale in questo decennio cruciale”. “Affronteremo le vulnerabilità e rafforzeremo la nostra preparazione alle crisi, anche nel contesto dei crescenti rischi climatici e ambientali e delle tensioni geopolitiche. […] Ci concentreremo in particolare sull’efficienza energetica e delle risorse, sulla circolarità, sulla decarbonizzazione, sulla resilienza ai disastri naturali e sull’adattamento ai cambiamenti climatici”. Ancora: “continueremo i nostri sforzi per costruire un mercato unico più coeso. […] Garantiremo l’accesso a un’energia a prezzi accessibili, aumenteremo la nostra sovranità energetica e ridurremo le dipendenze esterne”.
I propositi sono molti, mentre il tema migratorio, divisivo, resta fuori dalla Dichirazione. “Intensificheremo l’impegno con i partner di tutte le regioni del mondo per proteggere e rafforzare l’ordine internazionale basato su regole con le Nazioni Unite al centro”.

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