L’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha iniziato ieri (giovedì 5 ottobre) una visita di due giorni in Armenia dove sta incontrando leader della Chiesa, alti funzionari governativi, ong e gli sfollati che sono recentemente fuggiti dal Nagorno Karabakh. Una nota diffusa da Lambeth Palace, fa sapere che la tappa in Armenia è l’ultima di una visita di cinque giorni nel Caucaso meridionale. Lunedì 2 ottobre, Welby è stato in Azerbaigian. Il giorno dopo, il viaggio è proseguito in Georgia. Il comunicato precisa che la visita dell’Arcivescovo in Caucaso meridionale era programmata da tempo. Lo stesso arcivescovo l’ha definita un “pellegrinaggio di ascolto”, compiuto per avere l’opportunità di “apprendere come la Chiesa d’Inghilterra e la più ampia Comunione anglicana possono sostenere la costruzione della pace nella regione”. Ieri, in Armenia l’Arcivescovo ha visitato il Memoriale del Genocidio Armeno e ha incontrato Sua Santità Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni al quale l’Arcivescovo di Canterbury ha detto: “L’Armenia è stato il primo Regno cristiano. Siete stati la prima regione ad avere la croce come simbolo. E’ stato un simbolo pesante di dolore e lotta. L’Armenia ha spesso portato la croce del dolore e della lotta. Nelle ultime settimane tanti armeni hanno sofferto profondamente. Ho pregato per voi ogni giorno. Sono venuto qui per dirvi che non siete dimenticati”. Oggi, l’Arcivescovo incontrerà alcuni dei 120.000 rifugiati che hanno recentemente lasciato il Nagorno Karabakh, e visiterà i progetti sostenuti dalla Chiesa in aiuto degli sfollati.
Lambeth Palace informa che l’Arcivescovo ha iniziato lunedì scorso la sua visita nel Caucaso meridionale in Azerbaigian, la prima volta che un Arcivescovo di Canterbury ha visitato il Paese. Anche lì, Welby ha incontrato i leader politici, tra cui il Presidente azero Ilham Aliyev al quale l’Arcivescovo ha sottolineato la necessità di “spezzare il ciclo di violenza esortando il governo azerbaigiano a compiere i primi passi nel lungo cammino di riconciliazione, garantendo i diritti e la sicurezza dei Karabakh armeni, nonché proteggendo il loro patrimonio culturale e religioso”. Nel corso dell’incontro, l’arcivescovo ha invitato le parti a riprendere “i negoziati per garantire una soluzione duratura tra l’Azerbaigian e l’Armenia che riconosca la sovranità e l’integrità territoriale di entrambi i paesi”. Anche a Baku Welby ha incontrato i leader religiosi cristiani, musulmani ed ebrei. Martedì 3 ottobre, il leader anglicano ha visitato la Georgia e ha incontrato il primo ministro Irakli Garibashvili. Ha iniziato la giornata a Tbilisi recandosi alla Cattedrale della Pace, uno spazio multireligioso unico che comprende una sinagoga e una moschea adiacenti. C’è stata una preghiera speciale per l’Ucraina e una famiglia ucraina di rifugiati gli ha regalato una tradizionale ghirlanda gialla e blu. Nel corso della giornata ha partecipato ad un servizio di preghiera con la congregazione della chiesa episcopale di San Nino a Tbilisi, tenutosi presso la cattedrale cattolica dell’Assunzione della Vergine. L’Arcivescovo ha concluso la sua visita in Georgia accompagnando la Missione di monitoraggio dell’Unione Europea sulla linea di confine amministrativo tra Georgia e Ossezia del Sud e recandosi nei villaggi che sperimentano l’impatto di quella che viene chiamata “frontiera”. Ha sentito come le persone non hanno accesso ai cimiteri familiari e come gli alloggi, l’istruzione e l’assistenza sanitaria siano molto poveri. Gli è stato anche detto che le detenzioni, la perdita di terra e la mancanza di irrigazione sono le altre preoccupazioni della popolazione locale. Oggi, in Armenia, si conclude il viaggio.