Salute mentale: vescovi Piemonte e Valle d’Aosta, “segnali di forte disagio e disorientamento generazionale, adulti si sentano pesantemente sollecitati”

“Molte delle più recenti notizie di cronaca nazionale hanno avuto al centro i giovani: atteggiamenti ed azioni pericolose o estremamente dannose, con le relative conseguenze in termini di responsabilità anche penale. Ovviamente sappiamo bene che non tutto il mondo dei giovani è così, ma certamente ci sono segnali di forte disagio e disorientamento generazionale. Il mondo degli adulti – genitori, educatori, formatori – deve sentirsi pesantemente sollecitato: che concetto di libertà abbiamo trasmesso alle nuove generazioni? Cosa significa essere liberi, per i giovani?”. Si apre con queste parole il messaggio della Consulta regionale per la Pastorale salute della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta in vista della Giornata mondiale della salute mentale che verrà celebrata il prossimo 10 ottobre.
Nel testo firmato da mons. Marco Brunetti, vescovo di Alba e delegato della Cep per la Pastorale della salute, e da don Domenico Bertorello, incaricato regionale della Cep per la Pastorale della Salute, viene sottolineato che “il modo in cui si considera e si realizza la propria libertà ha profonde relazioni con la questione della prevenzione in tema di disagio mentale”. “Un modello di libertà declinato in termini assoluti, materialistico ed incentrato sull’Io, ci porta verso derive esistenziali contraddistinte da pseudo-valori consumistici che sollecitano narcisismo e protagonismo trovando spesso il proprio unico compimento in un ‘like’ sulle più diffuse piattaforme social”, prosegue il messaggio: “È quella libertà ‘immatura’, senza il senso del limite, di chi ogni giorno divora senza assaporare, di chi non conosce il valore del Tempo (Kairos), di chi non sa come gestire pause e silenzi senza provare un senso di vuoto. È quella libertà di chi non coglie o non sa cogliere le profonde implicazioni umane e spirituali dell’esistenza con le proprie ferite o fragilità, spingendosi a volte verso droghe o alcol per fuggire da una realtà che si percepisce arida, anaffettiva, incomunicabile, nonostante l’apparente benessere materiale. Quella libertà, infine, che menomata di ogni afflato di Trascendenza e di ricerca spirituale, rischia di essere insoddisfacente, precaria, in altre parole disumana”.
Secondo la Consulta regionale per la Pastorale salute della Cep, “cambiare è possibile”. “Con speranza – che spesso manca verso i giovani! – e verità, possiamo dare il nostro prezioso contributo ad un doveroso cambiamento che porti ad una idea di libertà più umanamente sostenibile e costruttiva”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa